UN’ELEGIA FANTASTICA PER LE MARCHE

Emanuele Scorcelletti, Anime Connesse

Autore dalla sensibilità italo-francese, Emanuele Scorcelletti fino a oggi è conosciuto principalmente per le sue fotografie dedicate alle celebrità del cinema e della moda. Marchigiano di origine, sin da bambino vive tra Lussemburgo e Francia. Si forma all’Institut Nationale Photographie et Cinématographie a Bruxelles. Dal 1989 al 2009 fa parte dell’agenzia Gamma e attualmente lavora come freelance. Nel 2003 viene premiato dal World Press Photo Contest.

Segue gli insegnamenti dei grandi maestri Henri Cartier-Bresson e Mario Giacomelli, che lo hanno portato alla ricerca di rigore e perfezione geometrica. Dopo aver elaborato la loro lezione, Scorcelletti giunge a una nuova espressione fotografica. Che è libera dagli schemi e che lascia spazio alla poesia.

Emanuele Scorcelletti, Caffè del Teatro Cerolini, Civitanova Alta, 2015
Emanuele Scorcelletti, Caffè del Teatro Cerolini, Civitanova Alta, 2015

“La bellezza è all’interno dei nostri cuori” dichiara con convinzione il fotografo.  Deve essere proprio così a giudicare dalle immagini in bianco e nero che ha dedicato alle Marche, ovvero ai territori delle sue radici e della sua infanzia che suscitano in lui emozioni e sentimenti profondi. Lo stesso Emanuele Scorcelletti racconta:

“Quando fotografo la mia regione, guardo, non penso: mi lascio guidare dal cuore e dalla vita che scorre. Questo paese risveglia in me una profonda emozione. Qui, il tempo si è fermato. Torno bambino, tutto mi stupisce. Questa è l’Italia senza tempo”.

ELEGIA FANTASTICA

Permeate di bellezza e di grande fascinazione, si percepisce che quelle fotografie sono state scattate col cuore e non con l’occhio della mente. Adesso una selezione di cento scatti fa parte del progetto artistico dal titolo Elegia Fantastica. Le Marche tra ricordo e visione, che le ha raccolte prima in un libro, edito da Hemeria, e poi messe in mostra. A Palazzo Pianetti di Jesi fino al 4 settembre 2022.

Allestimento © Sandro Lucentini
Allestimento © Sandro Lucentini

Le immagini testimoniano il passaggio di Scorcelletti al nuovo linguaggio artistico e  raccontano il suo intenso e appassionato legame con l’Italia e in particolare con le Marche.  L’intero progetto è a cura di Cyril Drouhet, direttore della fotografia di “Le Figaro Magazine”, il quale dichiara:

“Lo sguardo di Emanuele Scorcelletti, noto per aver catturato il lato umano delle star del cinema e della moda, in questo nuovo lavoro si è evoluto. Come in un viaggio evanescente, in una nostalgica atemporalità, forme spettrali e leggere si evolvono in città cristallizzate dagli anni, in luoghi sacri preservati da una fede millenaria, in un mondo rurale risparmiato dalla frenesia del modernismo”.

Il percorso espositivo a Jesi si esplicita come una narrazione lirica del viaggio nei luoghi del passato. Un componimento poetico, una elegia appunto, che descrive il ritratto di una terra attraverso lo sguardo personale del fotografo e della sua memoria. E che si suddivide in due sezioni: Ricordi e Visioni.

Emanuele Scorcelletti, Monte San Martino, 2014
Emanuele Scorcelletti, Monte San Martino, 2014

RICORDI

La prima sezione espone una serie di scatti realizzati nelle Marche, con una fotocamera analogica Leica M6, nel corso di trent’anni di lavoro. Alcune di queste foto sono senza tempo e ci consegnano una immagine pittorica ed evocativa di queste terre, alle quali Scorcelletti sente di appartenere. Un ricordo vivo e sincero, a tratti nostalgico.

A ben guardare, si vede che c’è nostalgia per i silenzi e le rarefatte atmosfere di questi luoghi. Le architetture antiche, le stradine di paese, gli usci, le scale sono animate da personaggi solitari, una vecchina alla finestra, i panni stesi e le sedie vuote. Persino da vecchie utilitarie che non ci sono più.

Scorrono veloci i viali alberati delle cittadine, i mercatini dell’antiquariato, i cartelloni pubblicitari per le strade. Una sosta al caffè elegante dove si guardano le partite di pallone alla tivù, con i quadri appesi alle pareti e i libri sugli scaffali. Una rapida visita al cimitero con le sue tombe quadrettate.

Il paesaggio marchigiano si profila eterno all’orizzonte con le sue dolci colline. I campi coltivati a girasoli. I paesaggi rurali, le rovine, i casolari abbandonati, i greggi di pecore.  Nel mentre sulle spiagge deserte, costellate solo da qualche sporadico ombrellone, si sente il rumore del mare. 

Emanuele Scorcelletti, Ascoli Piceno, 2015
Emanuele Scorcelletti, Ascoli Piceno, 2015

ABECEDARIO EMOTIVO

Nelle foto il contrasto del bianco e nero è deciso e fa risaltare ancor più i giochi di luci e di ombre. L’ombra sembra davvero essere una costante nella poetica di questo fotografo. Nella splendida Galleria degli Stucchi di Palazzo Pianetti dove sono collocate, le foto spiccano sul contorno rosa e oro delle decorazioni settecentesche, uno dei più straordinari esempi di Rococò italiano.

Come scrive il critico della fotografia Denis Curti nel libro:  

“Emanuele Scorcelletti presenta il suo abecedario emotivo, fatto di paesaggi e storie e persone reali che si dispiegano, con sinuosa armonia, su paesaggi e storie e persone, questa volta sognanti. Ordine dentro il caos. Andirivieni di sentimenti contrastanti. Capovolgimenti e narrazioni. Parole rovesciate a riempire un serbatoio di memorie e astrazioni”.

Emanuele Scorcelletti, Papier peint
Emanuele Scorcelletti, Papier peint

VISIONI

La seconda parte dell’esposizione continua al piano terra in una successione  di  sale tematiche dedicate alla foresta, al mare e alla campagna. In questi spazi si avverte un cambio di registro, perché ci addentriamo in una dimensione onirica. Le immagini si fanno astratte, meno nitide, con contorni evanescenti. Il  territorio  diventa teatro di apparizioni sognanti, quasi sublimate, che portano ad una sospensione assoluta tra sogno e realtà.

Le fotografie qui sono di dimensioni più grandi. Bianchi e neri sono naturalmente più sfumati, l’alternanza di luce e ombra va a vantaggio della luce che comunque sempre prevale. E si manifesta in un bianco sporco, a tratti grigio.

Come in una nebulosa magica e fatata i soggetti appaiono e scompaiono al tempo stesso. Un filare di alberi o di fiori, un albero con i rami secchi, un albero con la neve. Fantasmi. Anche qui affiora la solitudine delle piante, dei casolari, delle persone. Poi tutto si dirada, come in una visione. Sono pochissime le fotografie in cui compaiono più di due persone. Piccoli gruppi di familiari o di amici. Qualcuno va in bicicletta, qualcuno cammina, ragazzi che giocano.

Emanuele Scorcelletti, Nudo dipinto
Emanuele Scorcelletti, Nudo dipinto

ODE ALL’ITALIA ETERNA

C’è movimento in queste foto. Oltre a quello dei soggetti, va considerato il movimento della fotocamera, una particolare tecnica di ripresa utilizzata da Scorcelletti, che fa del mosso una cifra stilistica poetica. Occorre aggiungere che tutte le immagini di questa sezione sono state realizzate con un apparecchio Leica Monochrom e sono prive di qualsiasi ritocco o sovraimpressione. Continua Cyril Drouhet:

“Immagini in movimento che svelano un lavoro onirico come un’ode all’Italia eterna, come una poesia sussurrata alle ferite della vita in cui galleggia un certo profumo di innocenza”.

Ma soprattutto c’è il movimento del cuore accogliente del fotografo che scalpita per questi luoghi delle Marche dove il ricordo è la visione. 

Pubblicato da Anna Amendolagine

Curatore indipendente, saggista e giornalista vive e lavora tra Roma e Rimini. La sua attività curatoriale inizia a partire dal 2003 e comprende l’ideazione e la realizzazione di mostre, testi e cataloghi d’arte, rassegne ed eventi culturali in collaborazione con Istituzioni pubbliche e private sia in Italia che all’estero. E stata membro della giuria o del Comitato Scientifico di diversi concorsi artistici. Giornalista pubblicista e Addetto ufficio stampa ha scritto numerosi articoli su arte e cultura per riviste cartacee e online. Ha ricoperto il ruolo di Coordinatore Tecnico Europeo per due importanti progetti culturali dell’Unione Europea PETRA e LEONARDO dal 1993 al 1998.