GLI ANIMALI DELL’ EDEN RITROVATO

Un giardino dell’Eden senza piante e senza fiori può ancora rivelarsi un vero Paradiso terrestre anche se popolato solo di animali dal piumaggio variegato e dalle forme ondulate.

 

Maestosi, esotici, dinamici, allegri. Colpiscono gli animali che ci accolgono nel giardino creato da  Irene Meniconi nella Galleria SanLorenzo Arte a Poppi (AR). Qui l’artista toscana presenta la sua mostra personale EDEN, a cura di Silvia Rossi,   visitabile fino al 29 agosto 2021.

 

Irene Meniconi, 2021 © Sandro Lucentini

 

A CONTATTO CON LA NATURA

Dal cavallo ai fenicotteri, dal tucano alla farfalla, dal pavone ai rettili. Sono una decina le opere in esposizione, di recente produzione, che li rappresentano. A tecnica mista, su tele o tavole di piccole, medie e grandi dimensioni.

 

Classe 1986, Irene Meniconi nasce a Firenze e poi da bambina si trasferisce nel Chianti. Una zona collinare immersa nella natura che sarà sempre l’elemento fondamentale d’ ispirazione e di riferimento per la sua futura produzione artistica. E per lei natura equivale a dire il regno animale. Racconta:

 

“Gli animali mi hanno sempre accompagnata sin da quando ero piccola. Il mio amore per loro è sempre stato una ricerca di contatto. Molti degli animali che dipingo li scelgo perché li conosco bene, come il cavallo. Mi piace lavorare con animali che ho amato, con cui ho vissuto e che quindi ho assorbito”.

 

ESSERE CAVALLO – IL CAVALLO BAIO, 2020 © Sandro Lucentini

La scelta di altri animali invece è dovuta al fatto che l’artista sia colpita dalle loro carattaristiche strane, le loro diversità, i loro colori. La stimolano alcune loro particolarità come, ad esempio, le piume variopinte , il becco molto grande, le corna ritorte.

 

ESSERI ANIMALI

Non è un caso se spesso i titoli delle opere iniziano con la parola ‘Essere’ affiancata al nome dell’animale rappresentato o ad una sua caratteristica. Continua Meniconi:

 

Ed è questo che essi sono, Esseri Animali, un insieme di masse muscolari, forme, caratteristiche fisiche e psicologiche, esseri solari ed oscuri, portatori di sensibilità e forza, di un aspetto concreto e di uno etereo, spirituale. 

 

La diversificazione degli animali provenienti dalle varie latitudini del mondo vuole significare la diversità tra le persone, tra le inclinazioni e gli umori degli esseri umani. In alcuni quadri gli animali sono perfettamente riconoscibili: il grande fenicottero rosa, il tucano dal becco giallo, il superbo pavone, il cavallo baio.

 

ESSERE FENICOTTERO – IL GRANDE ROSA, 100x150cm, Tecnica mista su tavola, 2018

 

DETTAGLI INFORMALI

L’artista toscana però non mette mai l’ intera figura al centro del quadro. Preferisce focalizzarsi su una parte di essa o un dettaglio – un tentacolo di polipo, l’ala della libellula, la testa di un rettile – in modo da dare l’ impressione che il soggetto possa continuare a muoversi al di fuori del quadro. Spiega Meniconi:

 

“Mi piace fare un’unione di caratteristiche di animali diversi. Amo in modo particolare le ossa, le forme più primordiali, che ricordano la crescita organica, la trasformazione. Mi invoglia l’idea di rappresentare una natura un po’ magica, misteriosa che abbia anche un’idea di movimento e di continuazione un po’ fuori dall’opera. Come qualcosa che ci circonda e con la quale possiamo avere un’interazione e un dialogo”.

 

Tanto per capire cosa vuol dire l’artista, nel quadro intitolato Io sono la mezza farfalla, vediamo la metà di questo lepidottero dai colori sgargianti adagiata su un letto di carta collage. Stoffe o nastri colorati fuoriescono dalla tela, come fossero le code dell’insetto, prolungandosi sul pavimento dinnanzi tanto che occorre star bene attenti a non calpestarle.

 

IO SONO LA MEZZA FARFALLA, 70×100, Tecnica mista su tavola, 2017 © Sandro Lucentini

 

GIUDICE E TESTIMONE OCULARE

Si possono toccare ovviamente, che sarebbe già un primo livello di interazione. Ma ci si può anche soffermare davanti alla bellezza di questo potente simbolo di trasformazione e iniziare a porsi una serie di domande. Certo più a se stessi che alla farfalla. Anche perché l’occhio che appare sull’ala inferiore, fissandoti persistentemente, non ti lascia scampo.

 

L’occhio compare in tutte le opere di Irene Meniconi. E’ un punto focale. Sovente è vivo e guarda in direzione dello spettatore. A volte pare una pietra preziosa dalle mille sfaccettature. E’ l’occhio giudice e testimone silenzioso della natura che ci scruta intimamente e che può indurci all’ introspezione e alla riflessione verso noi stessi.

 

Secondo l’artista dalle nostre profondità possono scaturire infinite cose a noi coscientemente e razionalmente sconosciute:

 

Sono questi i “miei Animali”, e forse i mieianimali sono me stessa. Esseri a volte timidi,quasi impauriti, ma anche forti, imponentie belli. Possono travolgerti in unattimo oppure annusarti, farsi accarezzareper poi fuggire, sono liberi, figli della terrae dell’ acqua, ci guardano, suscitando innoi a volte una sensazione quasi di timoree di inquietudine.

 

DUE, particolare, 2018 © Sandro Lucentini

 

POETICA & GRAFICA

La poetica artistica di Irene Meniconi si esprime attraverso il disegno. Lei stessa si definisce una disegnatrice prettamente figurativa con magari accenni un po’ più surrealisti. Non dedica troppo tempo alla pittura. Tutto il suo lavoro rimane incentrato sul disegno, a penna o a inchiostro, molto macchinoso e quasi meditativo.

 

La sue vere passioni sono il segno grafico, l’illustrazione e il fumetto. Non è raro pertanto vedere sullo sfondo di parecchi suoi lavori delle piccole sezioni con elementi grafici, risvolti informali oppure collage che decontestualizzano l’ immagine da qualsiasi infrastruttura o appartenenza alla realtà materialmente percepibile. A questo proposito, Silvia Rossi interviene sul metodo di lavoro dell’artista:

 

“Le opere si compongono di più stratificazioni. Si parte dalla preparazione del bozzetto che poi si convoglia nella realizzazione del sottofondo con collage. Da lì si passa al disegno, poi una mano di acquerello e di nuovo la penna. Si tratta di un lavoro molto certosino e molto lungo, tecnicamente impegnativo e importante”.

 

PAVONE 02, particolare, 2019 © Sandro Lucentini

 

FRAMMENTI DI DIARIO

In diverse opere compaiono come cicatrici interiori, tra i collage, alcune pagine dei suoi diari. Sono i diari che lei ha cominciato a scrivere da quando ha intrapreso un percorso di rielaborazione. Venendo da un abuso, non solo fisico ma anche psicologico e perdurato nel tempo, per l’artista prendere consapevolezza è stato un passo importante.

 

Quindi la via della guarigione e della cura è passata attraverso i diari, la presa di coscienza e la rappresentazione simbolica. Di fatti l’aspetto meditativo del disegno ha sempre assunto un risvolto terapeutico. Ed è proprio in tale dimensione che va trovato, a mio avviso, il valore aggiunto di tutto il lavoro artistico di Irene Meniconi.  Silvia Rossi aggiunge:

 

“Il fatto è che i frammenti di questi diari non appaiono in tutte le opere, dove invece trapelano dei sentimenti.  In altri lavori, come nel quadro con l’ala della libellula, soggetti estremamente leggeri si interfacciano con il testo più pesante che lo possa accompagnare. Quindi si trova sempre questa dualità”.

 

PAVONE 02, 65×85, Tecnica mista su tavola, 2019

 

IL GIARDINO DELLE MERAVIGLIE

Gli animali di Irene Meniconi ci aspettano e ci invitano al rispetto. Sono il racconto di un Eden perduto ma soprattutto ritrovato. Il giardino delle meraviglie, che costruiamo con le nostre azioni, con le scelte consapevoli, con l’equilibrio. Il raggiungimento di uno “stato di grazia” terreno che non è dovuto o automatico, ma che richiede un preciso impegno.

 

Si fa in tempo fino alla fine di agosto ad andare a visitare questa mostra davvero singolare. Una personale che suggerisce la strada da percorrere tutti insieme, per aprire finalmente gli occhi e crescere come individui e società.

Pubblicato da Anna Amendolagine

Curatore indipendente, saggista e giornalista vive e lavora tra Roma e Rimini. La sua attività curatoriale inizia a partire dal 2003 e comprende l’ideazione e la realizzazione di mostre, testi e cataloghi d’arte, rassegne ed eventi culturali in collaborazione con Istituzioni pubbliche e private sia in Italia che all’estero. E stata membro della giuria o del Comitato Scientifico di diversi concorsi artistici. Giornalista pubblicista e Addetto ufficio stampa ha scritto numerosi articoli su arte e cultura per riviste cartacee e online. Ha ricoperto il ruolo di Coordinatore Tecnico Europeo per due importanti progetti culturali dell’Unione Europea PETRA e LEONARDO dal 1993 al 1998.