Tanti sono i modi per oltrepassare il labile confine che divide il mondo reale e dal mondo immaginario. Di notte la realtà sconfina nel sogno. Di giorno, nascosto nella macchia mediterranea, esiste un giardino magico e incantato dove varcando il suo muro perimetrale ci si accorge con stupore che invece i sogni sono diventati una splendida realtà!
La realtà di cui parliamo è Il Giardino dei Tarocchi di Garavicchio, località della Maremma nei pressi di Capalbio. I sogni sono quelli della franco-americana Niki de Saint Phalle (1930-2002), artista e imprenditrice che li ha realizzati, tra gli anni ‘70 e i ‘90, con la creazione di questo spettacolare Giardino. Il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani la ricorda con queste parole:
“Niki de Saint Phalle è stata una delle più grandirappresentanti femminili dell’arte contemporanea.Conosciuta in tutto il mondo – le sue opere sono espostenei più prestigiosi musei internazionali – ha lasciato con il suopercorso artistico un messaggio di grande attualità controgli stereotipi sulla differenza di genere e le discriminazioni,un monito a difendere l’ambiente in cui viviamo, un invitoa vivere in una società più ricca di valori comunitari”.
IL LUOGO DEI SOGNI
Per dar vita al Giardino Niki de Saint Phalle si è avvalsa dell’aiuto del suo compagno, l’artista svizzero Jean Tinguely, oltre a quello di assistenti, amici e abitanti del luogo che hanno prestato, nel corso degli anni, la loro collaborazione a vario titolo. Va considerato pertanto un’opera collettiva.
A questa straordinaria artista e al suo intenso rapporto artistico con l’Italia il Comune di Capalbio vuole adesso rendere omaggio con la grande mostra dal titolo “Il luogo dei sogni: Il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle“, visitabile fino al 3 novembre 2021. Si tratta di una mostra diffusa sul territorio, a cura di Lucia Pesapane con l’allestimento di Viviana Panaccia.
L’esposizione propone al pubblico più di 100 opere, alcune delle quali inedite e mai presentate al pubblico. Seguendo un preciso percorso tematico, racconta l’attualità del messaggio femminista, ambientalista, avanguardista e impegnato che l’artista ha lasciato in eredità.
LA SCENOGRAFIA
Oltre al Giardino dei Tarocchi, il percorso espositivo si snoda tra due altre sedi ubicate nel borgo antico di Capalbio: Palazzo Collacchioni e la Galleria Il Frantoio. Nella prima si ripercorre la storia del Giardino, dalla fine degli anni Settanta ai 2000, attraverso foto, video, sculture, maquettes e collages che aiutano a comprendere il suo modo di lavorare e il suo vero spirito. Spiega Pesapane:
“E’ vero che si focalizza sulla creazione del Giardino dei Tarocchi ma allarga lo sguardo per far capire come NSP rimanga affascinata da Gaudi quando nel 1955 visita il Parc Guell a Barcellona. Quindi già dagli anni ‘50 l’artista ha le idee ben chiare su quello che poi sarebbe diventato il Giardino. Per questo in mostra ci sono opere storiche, molto importanti, fragili e delicate dei ‘60 e ‘70, le quali sono assolutamente coerenti col discorso della costruzione del Giardino”.
Nel cortile di Palazzo Collacchioni si vedono le prime due sculture prese in prestito dal Giardino dei Tarocchi: la Sedia serpente e la Sedia conversazione, entrambe del 1991, che presentano in parte la sua poetica. L’artista aveva un profondo interesse per la mitologia, gli dei e le entità spirituali. Il serpente è un emblema tipico del suo vocabolario artistico, così come gli intrecci che si ritrovano in molte altre opere.
UN LAVORO FARAONICO
Fanno parte di quelle opere che di Niki de Saint Phalle creava e realizzava soprattutto per finanziare il Giardino. Come sottolinea la curatrice:
“Niki è sempre stata autosufficiente, unica finanziatrice di una tale opera. Non ha mai ricevuto sponsor o donazioni private, perché voleva essere completamente libera, non dover dipendere da nessuno. E ciò, negli anni 70, le era già molto chiaro. Era un’imprenditrice capace di portare a termine un cantiere molto complesso, con un’equipe di 20/30 persone, che comunque è durato 20 anni. Un’impresa veramente faraonica”.
Nello stesso cortile sono collocate anche Profeta e Anubis, due lavori risalenti al 1989, dai quali si vede come NSP lavorava le intelaiature in ferro, utilizzate anche per tutte le grandi sculture. Il suo metodo di lavoro consisteva nel partire dalle maquette piccole, per poi proseguire con le intelaiature in ferro – adatte alla realizzazione delle opere su grande scala – a cui man mano aggiungeva il cemento, gli specchi, le ceramiche. Un lavoro infinito!
L’ALLESTIMENTO
Ai piani superiori del Palazzo strutture in legno dalle forme curve e sinuose ospitano vivacissime maquettes policrome, foto d’epoca che testimoniano l’avanzamento dei lavori del Giardino, disegni e altri oggetti tra i più rievocativi della sua poliedrica creatività. Per i gonfiabili e le grandi sculture sono state ideate installazioni site-specific.
In maniera evidente il progetto allestitivo richiama l’universo rotondo, caldo e protettivo dell’artista e si ispira a un concetto, a lei molto caro, che descrive così in una sua poesia:
“Mi piace ciò che è rotondo, le curve, l’ondulazione, il mondo è rotondo, il mondo è un seno. Non mi piace l’angolo retto, mi fa paura […]”.
Alla Galleria Il Frantoio sono esposti alcuni lavori storici, tra cui gli assemblages degli anni ’60, maquettes in creta cruda, preliminari alle sculture del Giardino, sculture delle carte accompagnate da litografie, disegni, citazioni e inediti video di archivio. In questo spazio le scelte curatoriali hanno privilegiato l’analisi del linguaggio simbolico dell’artista soffermandosi sull’interpretazione delle carte dei Tarocchi.
TRA IMMAGINARIO SIMBOLICO E MITOLOGIA PERSONALE
Dalle due sedi precedenti si raggiunge Garavicchio dove è situato il Giardino dei Tarocchi, lo splendido parco delle sculture illuminate dal sole della Maremma. E’ il risultato di una vita intera dedicata da Niki de Saint Phalle all’arte, è la sua opera più significativa, il suo capolavoro. Valicare il suo muro d’ingresso significa entrare nella dimensione del sogno e viaggiare con la fantasia. E la meraviglia suscitata è uguale sia per grandi che per i piccini.
Per la costruzione del Giardino l’artista si è ispirata ai ventidue Arcani Maggiori dei tarocchi che mettono in scena un ideale viaggio iniziatico. Come la maggior parte del suo lavoro, è la manifestazione di un microcosmo capace di rivelare le immagini archetipali più profonde e segrete del nostro inconscio.
Mani, alberi, cuori, soli, ragni e serpenti minacciosi sono solo alcuni dei soggetti e i simboli rappresentati. Affiancano le figure di donne vigorose e giovani coppie. Amava ricordare:
“Se la vita è come un gioco di carte, noi siamo nati senza conoscerne le regole e dobbiamo dunque accontentarci di quello che abbiamo in mano e fare il nostro gioco. I Tarocchi mi hanno permesso di capire meglio il mondo spirituale e i problemi della vita; ho consapevolezza delle difficoltà che si devono superare per passare alla prova seguente e trovare alla fine del gioco la pace interiore ed il giardino del paradiso”.
Il GIARDINO DEI TAROCCHI
Tra natura e scultura il Giardino dei Tarocchi è uno spazio accogliente e colorato in cui la donna gioca un ruolo fondamentale. La maggior parte delle sculture del Giardino raffigura donne dalle forme morbide e generose. Vergini, madri, sante, eroine o divinità pagane che siano, i loro corpi esprimono una femminilità gioiosa e trionfante. Le architetture suggeriscono un mondo nuovo da vivere e abitare in maniera diversa, grazie all’arte.
Il parco di sculture di Niki de Saint Phalle è considerato ormai come una delle maggiori espressioni dell’arte ambientale contemporanea. Si inserisce perfettamente nel territorio, che si nutre a sua volta dei messaggi di pace, di speranza e di gioia dell’artista.
Il luogo dei sogni – Il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle, è la prova tangibile che i sogni possono diventare realtà, quando si è donna, artista, femminista e determinata nonché imprenditrice di sé stessa.