KENRO IZU 井津 建郎

Quando la fotografia diventa opera d’Arte

Nato ad Osaka in Giappone nel 1949, cresciuto a Hiroshima inizia
a fotografare negli anni ‘70. Studia e completa la sua formazione
fotografica–artistica presso la NIHON University College of Art di
Tokyo dal 1962 – 1972. In seguito fece un viaggio negli Stati
Uniti fermandosi a New York dove rimase due anni lavorando
come assistente di altri fotografi, e decidendo in seguito di
trasferirvisi definitivamente (1974) dove ancora oggi vive e lavora
nel suo studio Kenro Izu Studio nel centro di New York City.
E’ annoverato fra i venti più grandi fotografi di sempre.

Frequentava solo il secondo anno di Università a Tokyo, e
studiava la fotografia artistica, quando sentì parlare di New York
come della metropoli della fotografia per eccellenza; decise
quindi di prendersi un periodo di pausa dagli studi e partì per la
Grande Mela per rendersi personalmente conto degli sbocchi che
questa avrebbe potuto offrire.

Dopo pochi giorni purtroppo il denaro con cui era partito era già
terminato, ma riuscì a trovare lavoro come assistente di un
fotografo (negli anni ’70 trovare lavoro in uno studio fotografico
era possibile). Divenne così l’assistente di un fotografo americano
per un anno, poi si dedicò alla fotografia di moda e lavorò in
quell’ ambito per circa tre anni.

Per vivere e pagarsi le spese, nei primi anni Izu si dedicò alla
fotografia commerciale, ma desiderava approfondire la fotografia
artistica anche se aveva poche idee abbastanza confuse su come
e da dove cominciare. Con grande perseveranza e tenacia
continuò a guardarsi attorno e facendo diversi tentativi riuscì
più tardi ad aprire un proprio studio specializzandosi nella
fotografia di nature morte soprattutto a scopi commerciali.

Dal 1979 Kenro Izu cominciò ad interessarsi alla fotografia artistica, e
prese a girare il mondo per fotografare monumenti sacri nei loro
ambienti originali. Da quel momento inizia il suo primo progetto
(“Sacred Places”) fotografando i più famosi Luoghi Sacri delle
grandi civiltà del passato quali:


• le piramidi di Giza dell’antico Egitto
• i templi – piramide dell’epoca Maya in Messico
• il tempio neolitico di Stonehenge in Inghilterra
• il Machu Picchu sito archeologico Inca in Perù
• i monasteri in Tibet e Sud asiatico
• l’isola di Pasqua in Cile.

Le Piramidi di Giza

Ultimamente, ha rivolto il suo interesse ai monumenti buddhisti e
indù nel sud-est asiatico, Cambogia, Indonesia, Vietnam e ancora
più di recente ai templi della Birmania e in India.
Questo progetto è tuttora in corso ed è certamente il più
importante della sua carriera.

L’opera di Kenro Izu è un inesauribile pellegrinaggio.
Parte sulle tracce di monumenti antichi, senza mai desistere,
nonostante le tante possibili difficoltà di viaggio o di tecnica
fotografica, e, ormai da decenni ricerca lo splendore dei santuari
che spaziano dall’India, Cambogia, Thailandia e Laos fino alle
remote montagne del Tibet e del Butan.

Non esiste fotografia di Kenro Izu che non testimoni come le
tracce antiche del passaggio dell’uomo sulla terra siano ancora
visibili e documentabili attraverso immagini o scatti fotografici
attuali.
Le fotografie scattate in bianco e nero sono nel formato 14 x 20”
(35 x 50 cm).

Con la sua macchina fotografica egli riprende questi monumenti
nel loro stato originale (purchè non restaurati nel tempo) e, in
alcuni casi, anche nel loro attuale stato di degrado.
In Occidente Izu si trova a suo agio, ma come ammette lui stesso,
quando fotografa luoghi sacri, non può esimersi dal guardarli con
un occhio nipponico. Prevale in lui lo studio orientale del tempo,
di quel tempo che corre e che sfugge. Questa forse è la vera
ragione per cui ha scelto di fotografare i grandi monumenti, in
quanto sono i più duraturi nel tempo, potendo sembrare a volte
anche eterni.

Conoscendo il buddhismo sa però che tutto è transitorio e che
anche la pietra non è eterna.
I suoi scatti appaiono come una sorta di dialogo immaginario con
il tempo che passa; un tentativo ricercato e sofisticato come la
tecnica di stampa che usa di preferenza: la platinotipia (un alto
livello qualitativo della fotografia in bianco e nero).

Uno dei progetti recenti di Kenro Izu è del 2015, un soggetto
intitolato “Requiem”: la distruzione della città di Pompei del 79
d.C. in seguito all’eruzione del Vesuvio quasi duemila anni fa.
Questo impegno si distingue dalle altre sue realizzazioni – su siti
sempre archeologici – perché narra la storia di tutte quelle
persone che persero la vita sopraffatti dall’improvvisa violenza
dell’ eruzione e delle ceneri portate dal vento.

Kenro ha riservato e conserva ormai da decenni un
atteggiamento di profondo rispetto e di grande discrezione per
tutti quei luoghi del mondo ancora incontaminati e sacri.
L’artista-fotografo giapponese per mezzo della fotografia
racconta l’uomo presente in quei luoghi che possono apparire
lontanissimi nella storia, ma che si rendono testimoni, ancora
oggi, di una verità della vita trascorsa anno dopo anno.

Pompei Necropoli
Requiem

Requiem Pompei

L’intenzione di Kenro era – e rimane quella – di rappresentare quei
luoghi lontani fedelmente, mostrando la vita reale ed
evidenziandone con i suoi molteplici scatti ogni possibile
sfumatura.

Eternal Light India
India Uomo sul fiume

Gli scatti ai templi di culto hanno profondamente influenzato
Kenro Izu per il senso di maestosità e per l’atmosfera unica di
quei luoghi, anche se sono la testimonianza di un confronto fra il
mondo di oggi e quello del passato.

La tecnica

E’ possibile che Kenro sia stato ispirato da una stampa al platino
di Paul Strand (1890 – 1976) considerato uno dei padri americani
della fotografia artistica.
Si dice che gli scatti di Izu abbiano un tocco vintage.
In effetti l’artista nipponico, per le sue riprese utilizza il banco
ottico, fotocamera in uso fino dal 1840, mentre la stampa
prescelta è la platinotipia, tecnica antica che esalta i contrasti di
luci ed ombre e rende perfettamente la morbidezza e le
sfumature.

L’apparecchio utilizzato è di sicuro più scomodo da adoperare
rispetto ad una macchina fotografica moderna in quanto è più
pesante e richiede l’ausilio di un treppiede o di un sostegno.
Senza dubbio il suo utilizzo è giustificato dagli eccellenti risultati
che garantisce, mentre con altre macchine fotografiche questi
sarebbero impossibili.

Uno dei vantaggi che offre è un’ampia gamma di movimenti
ottenibili modificando l’angolazione e la posizione, con dispositivi
meccanici o leve di sblocco.
E’ utile, se non indispensabile quando si realizzano Nature morte
“Still life”.
Il banco ottico è uno strumento purtroppo “in via di estinzione”:
una fotocamera professionale speciale dotata di funzioni che le
fotocamere attuali non posseggono più o che posseggono
raramente, usata soprattutto per la fotografia di esterni e di
architetture.

La platinotipia è un’antica tecnica di stampa fotografica al platino
e palladio non molto utilizzata a causa del costo elevato delle
materie prime impiegate e della loro tossicità; permette di
ottenere toni di nero molto intensi e contrasti eccezionali nelle
immagini, con risultati fra i più unici che si possano realizzare con
la fotografia tradizionale.
Kenro Izu ormai considerato attualmente fra i più geniali
fotografi contemporanei, ha ricevuto numerosi premi e
riconoscimenti tra i quali:
• National Endowment for Arts (1984)
• New York Foundation for Arts (1985)
• John Simon Guggenheim Memorial Foundation Fellowship
(2002)
• Vision Awards by Center for Photography Art (2005)
• Visionary Awards by Lucie Awards (2007)

Le sue opere fotografiche sono state esposte in molti musei e
gallerie negli Stati Uniti, sono presenti al Metropolitan Museum
of Art, Museum of Fine Arts di Boston, San Francisco Museum of
Modern Art, Museum of Fine Arts di Houstonn ed in altre
collezioni pubbliche e private in Europa, ed in Giappone.

“Blue” collezione di fotografie di formato speciale virate al blu su stampa platino-palladio

Collezione “Seduction” e 15 scatti della serie “Still Life”

Le ombre dei soggetti da lui fotografati esercitano un fascino
particolare su Kenro e sono alla base della sua collezione Still Life.
I soggetti degli scatti sono per lo più corpi, fiori, e nature morte;
immagini poetiche per le loro linee sinuose dallo stelo di un fiore
alla schiena flessuosa di un corpo femminile.

A way to blue
Blue still life

Per Kenro se non ci fossero ombre, non ci sarebbe bellezza.
Questo si spiega se si considera che stiamo parlando di un artista
che affonda le sue radici nella cultura tradizionale giapponese,
che fra tante particolarità assegna al fenomeno delle ombre un
ruolo ed un valore molto diversi rispetto alla cultura occidentale.
In Giappone l’ombra ha la stessa importanza della luce poichè
contribuisce a definire i corpi, gli oggetti e gli spazi: un gioco di
luci ed ombre che alla fine si confondono.

Seduction

Collezione di fotografie Nature Morte “Still Life” di formato speciale 14×20″ (35×50 cm) virate al blu di Prussia su stampa platino-palladio

L’aggiunta di uno o due strati di cianotipo blu conferisce agli
scatti differenti sfumature, che mettono in risalto forme luminose
su un fondo scuro vellutato.
Corpi, fiori, nudi o nature morte sembrano dialogare in un
susseguirsi di linee morbide e flessuose che invitano alla
contemplazione.

Kenro Izu vanta una esperienza non solo come maestro della
fotografia, ma anche dell’arte della stampa, che è culminata nel
rinnovamento della tecnica antica di sviluppo utilizzando nuovi
elementi di colore nel procedimento di stampa realizzato.
Ancora oggi è considerato uno dei migliori stampatori di
fotografie su platino-palladio al mondo.

In questo modo Kenro Izu evidenzia in molti dei suoi scatti la
sua profonda volontà di voler “fermare” un istante di vita,
bloccando per un attimo lo scorrere del tempo.

Il maestro, anche se ancora oggi vive negli Stati Uniti, segue
sempre molto la tradizione del suo Paese, e al contempo
continua a ricercare l’aspetto più profondo degli oggetti, delle
sculture, dei monumenti, e dei templi che lo circondano.
Ha sempre saputo cogliere i sottili legami che intercorrono tra
l’uomo e la natura, al di là della bellezza intrinseca ed artistica di
un luogo.

Kenro Izu dichiara che oltre ad aver potuto realizzare moltissime
fotografie in questi anni, ha avuto l’immensa fortuna di aver
vissuto esperienze, visitato luoghi, incontrato persone che gli
hanno regalato molta felicità.

I Fiori

Fiore vivere Zen
Fiore vivere Zen

C’è una frase di Kenro Izu che definisce molto bene sia la sua
persona che la sua fotografia: “La creazione di qualche cosa di
nuovo non è il mio interesse. Mi piace osservare molto da vicino,
molto profondamente e documentare con precisione la mia
visione”.


Le fotografie di Kenro Izu sono meditate, quasi frutto della
disciplina di “meditazione Zen” una trasposizione in fotografia
dell’arte intramontabile dell’Ikebana giapponese.