L’origine dei manifesti giapponesi

Da alcuni secoli i manifesti sono una delle forme d’arte con cui la società giapponese si esprime con grande maestria e bellezza nel mondo contemporaneo.

I manifesti ed “il mondo fluttuante”

Nella storia sono esistite delle forme d’arte, considerate all’inizio non di grande rilievo, mentre con il tempo si sono rivelate “correnti artistiche” che hanno saputo trasmettere una visione nuova ed innovativa della realtà.

Storia del manifesto

Il manifesto in Giappone risale al Seicento ovvero con la cultura dell’Ukiyo-e che ebbe origine a Edo oggi attuale Tokyo.

Inizialmente il manifesto era un mezzo per divulgare le programmazioni teatrali del teatro Kabuki (melodramma popolare).

In seguito si sviluppò diffondendosi in molti altri settori tenendo come base di riferimento la cultura del “mondo fluttuante”.

L’influenza dell’arte pittorica

In Occidente gli impressionisti, post- impressionisti e pittori dell’art nouveau furono attratti da questa nuova corrente artistica del “mondo fluttuante” in totale contrasto con la pittura accademica.

Fu un cambiamento di pensiero, inaspettato e repentino della società europea che, per i canoni ufficiali per l’arte di quel tempo, si riferiva al perbenismo e all’identificazione di arte solo secondo gli aspetti formali.

Invece si desiderava introdurre una forma artistica che voleva affermare un “nuovo” tipo di realtà pittorica.

“Il giapponismo”

Parlando di Giappone un esempio è il fenomeno del “giapponismo” diffusosi in Europa tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 con la divulgazione dell’arte del “mondo fluttuante” l’Ukiyo-e.

Le famose silografie e i dipinti di artisti oggi famosi come : Utamaro,Hokusai, Hiroshige, Kyosai all’inizio non erano considerate opere importanti, ma piuttosto una nuova arte effimera.

L’arte di comunicazione del grafico

Davanti ai nostri occhi scorre un flusso di eventi, di situazioni naturali e sociali.

Il lavoro dei grafici è quello di registrare gli eventi e riproporli interpretandoli, ricreandoli in mille modi diversi.

In Giappone, in ogni caso, il manifesto cartaceo sembra avere ancora una posizione privilegiata, malgrado l’avanzatissimo livello di sviluppo tecnologico ed informatico raggiunto nel Paese.

Nagai Kamusa

Il fondatore della Nippon Design Center, incisore e grafico giapponese, decano dei grandi grafici giapponesi afferma quanto segue:

Io non ritengo che i manifesti abbiano il potere di comunicare o rendere conosciuto universalmente qualcosa nel mondo in cui lo può fare la tecnologia digitale, ma quando la grafica viene considerata come cultura, ci rendiamo conto che essa continua a possedere uno status estremamente elevato”

Lo strumento del manifesto, io penso, è un genere adatto a far si che il grafico possa dimostrare le proprie capacità e la propria arte. La sfida sarà come trasmettere tutto ciò alla prossima generazione

Il mondo del manifesto giapponese.

In Giappone i manifesti sono opere che non hanno scopo commerciale, ma che vengono realizzate dai grafici per loro stessi.

Molte volte li realizzano per lanciare un nuovo stile, per annunciare una loro personale, per un congresso o per un qualsiasi altro evento.

Mostra “Graphic 55”

Qualche anno fa, precisamente nel 1955 un gruppo di grafici giapponesi stimolati da Yusaku Kamakura, un progettista ed illustratore giapponese, in occasione della mostra ” Graphic 55″ decisero di non accettare progetti di manifesti non ancora stampati perché il vero manifesto deve essere pronto per l’evento.

Mostra “Manifesti d’Artista”

Un esempio sono i cinque grandi maestri come: Aoba Masuteru, Fukuda Shigeo, Katsui Mitsuo, Matsunaga Shin, Nagai Kazumasa, che produssero ognuno un manifesto diverso per la mostra “Manifesti d’Artista” a Genova nel 2005, o quello di Tanaka Ikko per i “Convegni” tenuti a Venezia dal 1996 al 1998.

Tanaka Ikko 1991

Surimono “cose stampate”

Alcuni critici non escludono che questa tradizione provenga dagli artisti appartenenti agli antichi circoli letterari di Edo, che descrivevano o annunciavano i loro incontri e gare di particolari silografie chiamate “cose stampate” (surinomo).

I grandi maestri si cimentavano usando tecniche particolari e spesso molto raffinate.

La calligrafia “shodo”

La grande sensibilità che questi manifesti trasmettono è anche dovuta al sistema di scrittura giapponese.

Gli ideogrammi come i due alfabeti sillabici giapponesi “Hiragana” e “Katakana” sono segni grafici che hanno un forte impatto artistico.

In Giappone la calligrafia “Shodo” è un’arte riconosciuta.

La calligrafia Shodo

La grafica del manifesto

Studiando la grafica del manifesto giapponese, si possono osservare tendenze e stili molto diversi fra loro e vedere come con il passare del tempo questi siano cambiati, rispecchiando mutamenti sociali e culturali.

Il settore dei manifesti in Giappone è sempre stato considerato un’arte nuova e diversa.

Dagli anni 1950 – 1960 nasce un forte legame tra artisti e illustratori e grafici.

Olimpiadi 1964

Per le Olimpiadi del 1964, per esempio era stato indetto un concorso tra un ristretto numero di grafici selezionati per la realizzazione del logo che venne vinto da due dei maestri della grafica giapponese: Kamakura Yusaku e Tanaka Ikko.

Olimpiadi 1964 (Yusaku Kamekura – Tanaka Ikko)

Fino al 1970 i grafici erano considerati solo un ristretto gruppo di persone, spesso una minoranza, che però avevano una certa influenza a livello di cultura sociale.

I manifesti giapponesi oggi e nel futuro

In Giappone ancora oggi i manifesti sono realizzati in grande quantità numerica rispetto alla realtà italiana grazie all’introduzione del progresso tecnologico e digitale.

Nel Paese inoltre ci sono un gran numero di grafici professionisti attivi, non più disponibili a lavorare su qualsiasi tipo di supporto, ma sulla specializzazione della grafica per il web e solo su larga scala .

I manifesti realizzati da grafici giapponesi professionisti hanno delle caratteristiche che li rendono unici nel loro genere.

Con i mezzi online a disposizione oggi, si possono realizzare progetti grafici in modo rapido ed economico.

Un gran numero di studenti giapponesi infatti sceglie di studiare disegno grafico piuttosto che disegno d’interni, mentre in Italia sembrerebbe esserci un interesse maggiore per il disegno d’interni.

L’aspetto innovativo del web

Questo nuovo aspetto ha senza dubbio creato una forte concorrenza per i grafici professionisti.

In Giappone in ogni caso la domanda e le opportunità di lavoro di disegno grafico e grafici professionisti sono ancora potenzialmente alte.

I manifesti di grandi maestri grafici come:

Hiroshima 1983 – Kamekura Yusaku
Nagai Kazumasa
Design History Mashup Shigeo Fukuda’s Poster design
Design Inspiration Lab – Satoh Taku
2020 Olimpics Proposal – Hara Ken’ya

rimangono dei grandi esempi di stile moderno ed innovativo.

Associazioni giapponesi

Già da oltre la metà del 1900 in Giappone esistono numerose associazioni al fine di raggruppare i professionisti del settore.

Le più conosciute sono:

La JAGDA (Japan Designers Association) fondata nel 1978 il cui primo presidente fu Kamekura Yusaku e

la DNP ( Dai Nippon Printing Foundation for Cultural promotion) fondata nel 2008.

Olimpiadi di Tokyo 2020

Per le ultime Olimpiadi del 2020 (rinviate al 2021 causa pandemia Covid-19) é stato indetto un concorso a livello internazionale ed il vincitore é stato Tokolo Asao che ha realizzato un motivo a scacchi bianchi e blu (ichimatsu moyo).

Realizzato da Tokolo Asao

Il blu indaco caratteristico del periodo Edo (1603-1868) che esprime eleganza e raffinatezza giapponese.

Composto da tre forme geometriche che si ripetono per esprimere la diversità di Paesi, culture e lingue in un messaggio subliminale di “unione”.

Dopo le Olimpiadi il Giappone è nella fase transitoria fra il periodo Heisei (1989 – 2019) ed il periodo Reiwa appena iniziato che ancora una volta sarà di stimolo alla grande capacità artistica giapponese.

Con il progredire della tecnologia, soprattutto negli ultimi anni, in un mondo dove la realtà cambia molto rapidamente, i maestri grafici giapponesi avvertono con la loro profonda sensibilità la necessità di creare soluzioni attuali e composizioni grafiche che riescano ad essere veramente apprezzate non solo in Giappone, ma anche sul mercato internazionale.

Vettoriale – illustrazione di un retrò vintage sfondo della bandiera giapponese Manifesto simbolo per il Paese del Sol Levante.