Murakami Takashi

un’icona dell’arte giapponese

Murakami Takashi fra gli artisti giapponesi è uno dei più famosi a livello internazionale. Soprattuto è colui che ha saputo legare fra loro varie forme di espressioni artistiche.

Nasce a Tokyo nel 1962 e dopo un’adolescenza vissuta in stile Otaku, ovvero tutto videogame e Manga, Murakami studia pittura tradizionale giapponese presso l’Università d’Arte di Tokyo.

Espone in numerose mostre e manifestazioni culturali, e nel 1989 esordisce nel mondo dell’arte con la sua prima personale a Tokyo.

Ad un primo sguardo, le opere dell’artista potrebbero sembrare semplici o addirittura ingenue.

I suoi lavori rappresentano in realtà dei veri e propri “simboli” che sono in grado di catturare l’attenzione proprio grazie ad uno studio minuzioso ed accurato.

Nella cultura giapponese, la comunicazione indiretta è molto diffusa, ed è per questo che i “simboli” sono spesso presenti nella vita quotidiana.

In seguito si trasferisce a vivere a New York dove crea il “Superflat” che l’artista riuscirà a trasformare in un vero e proprio movimento di arte giapponese.

Nel 2001 “Superflat” sarà anche il nome di una mostra d’arte curata dallo stesso Murakami in varie città degli USA.

Estetica “Superflat” nuova corrente artistica

Nel 2000 Murakami fa il suo debutto a Tokyo con la mostra “Superflat” dove le sue creazioni si inseriscono in una nuova corrente artistica. Un modo di disegnare – dipingere che rifiuta l’illusione prospettica e la profondità.

I soggetti rappresentati da Murakami sono degli ibridi tra personaggi provenienti da un mondo fantastico che attinge dalle forme tradizionali dell’arte giapponese Manga e Anime.

Manga ovvero immagini derisorie – in Giappone tutti i disegni creati sotto forma di fumetti che hanno origine nel XVIII secolo.

Animeshon abbreviato in Anime ovvero prodotti di animazione realizzati a partire dagli anni ’60 in Giappone.

Nella storia del paese del Sol levante troviamo gli antenati delle “anime” nelle lanterne magiche (periodo Tokugawa) XVII secolo proiezione di immagini con un movimento molto lento.

Il “Superflat” nasce dall’unione dell’Ukiyo-e, corrente artistica del periodo Edo (1603 – 1868) con l’estetica manga, anime e Kawaii, ed è una continuazione dell’immaginario giapponese tipico di quel periodo.

Lo stile di Murakami e l’estetica Kawaii

L’arte di Murakami ha permesso al pubblico occidentale di conoscere alcuni concetti tipici ed importanti della cultura giapponese, ad esempio il Kawaii. Questo termine è un aggettivo della lingua giapponese che si può tradurre con “carino”, o anche con piccolo, buffo, adorabile. Il Kawaii non è solo un termine, ma rappresenta uno stile di vita.

Hoyoyo – Murakami

L’arte come critica al consumismo

Il termine “Superflat” potrebbe anche indicare la “piatta” superficialità dell’attuale cultura dei consumi dei giapponesi.

L’arte di Murakami vuole esprimere una critica alla società consumistica moderna. Contribuisce ad aumentare nella popolazione la consapevolezza della manipolazione della società da parte dei media per mezzo degli slogan pubblicitari.

Le opere d’arte di Murakami diventano delle vere e proprie icone monumentali di denuncia sociale, rendendo l’artista uno dei più forti rappresentanti dell’originalità culturale del Giappone contemporaneo.

L’arte di Murakami e la bomba atomica del 1945

Murakami ha lanciato uno dei movimenti più importanti dell’arte postmoderna.

L’ispirazione per questa arte è anche una rivisitazione critica al bombardamento delle città di Hiroshima e Nagasaki nell’anno 1945, quando queste due città furono letteralmente rase al suolo; e forse anche una reazione all’atteggiamento di una certa parte della società giapponese che sembrerebbe non riuscire ad accettare questa sconfitta.

L’idea di Murakami riferita a questo evento devastante della storia del Giappone si esplicita con la raffigurazione di mostruosi funghi “occhiuti” nel quale gli esseri umani sono stati trasformati dalle radiazioni.

Sequenza di funghi – Murakami

Nihon-ga ovvero “pittura in stile giapponese”

Prima di diventare uno degli artisti della Pop Art più noti del panorama internazionale Murakami da giovane ha studiato la pittura tradizionale Nihon-ga, uno stile pittorico giapponese del periodo Meiji (1868 – 1912).

Le tecniche che si utilizzano in quest’arte derivano dalle scuole tradizionali giapponesi: Kano e Rimpa.

Kano scuola pittorica giapponese che va dal periodo Azuchi – Momoyama (1568 -1600) fino alla fine del periodo Edo (1600 – 1868).

Rimpa una delle più importanti scuole della pittura giapponese del primo periodo Edo.

Caratteristiche del Nihon-ga:

l’assenza di realismo

la semplicità

la mancanza di ombre

l’uso di contorni neri per definire le figure.

limitata gamma cromatica (i pigmenti sono sempre di origine naturale)

soggetti semplificati e stilizzati.

La Pop art e il fenomeno Otaku

A New York nel 1990, l’artista particolarmente influenzato dalla Pop Art, denomina il proprio stile “Poku”, ovvero una combinazione tra Pop Art ed il fenomeno Otaku.

L’Otaku o subcultura giapponese (degli anni ’80) è stata utilizzata da Murakami come metafora per criticare una certa parte della gioventù giapponese ritenuta incapace di superare i traumi subiti dalla sconfitta della Seconda Guerra mondiale: i ragazzi che rifiutano la vita sociale e sono solo appassionati in modo ossessivo ai manga ed ai video giochi.

Tra i soggetti principali delle opere di Murakami Takashi possiamo trovare i coloratissimi Flower Ball, serie di lavori tutti caratterizzati da un’esplosione unica di colori e piccoli fiorellini sorridenti. Con i suoi fiori, diventati il suo marchio, Murakami definisce attraverso le sue realizzazioni la vera essenza dello stile “Superflat” considerato come una forma giapponese di Pop Art.

Flower Ball
Flowers 2002

Il fenomeno Murakami”

Nel tempo è diventato un fenomeno a livello internazionale, introducendosi in tutte le aree della cultura, dall’arte come oggetto di lusso da collezione a quello più commerciale.

Queste opere di Murakami sono ricche di colori vivaci, le faccine con espressioni buffe dei suoi quadri, i suoi famosi mostri colorati dai denti aguzzi, la moltitudine di fiori sorridenti e funghi sono proprio quello che l’artista chiama “Poku“.

Per Murakami la figura di Hello Kitty (creata e disegnata dalla giovane artista Yuzo Shimizu nel 1974) è una vera e propria icona Pop esemplare attraverso la quale si riesce a trasmettere ai giovani adolescenti quell’immaginario ponte artistico tra Oriente ed Occidente, tra “l’Arte contemporanea” e il mondo dello spettacolo divertendo i giovani.

KaiKai Kiki

Come artista Murakami Takashi ha fondato una scuola, la “Kikai Kiki” dove gli allievi possono imparare la storia dell’arte antica giapponese, studiando e facendosi conoscere.

Per dar loro la possibilità di emergere Murakami organizza un Festival dell’Arte “Geisai” che si tiene a Tokyo due volte l’anno, e il cui scopo è di far conoscere l’arte del Giappone nel mondo.

Kiki
Kaikai

KaiKai Kiki promuove nuovi talenti, e fornisce un supporto ai giovani artisti, spingendoli a dare il meglio di sé, offrendo loro l’opportunità di farsi conoscere nel mondo dell’arte.

Con questa attività molti giovani riescono a farsi conoscere anche a livello internazionale, in Giappone, occasione piuttosto rara nel passato.

“l’idea di arte commerciale”

Murakami ha imparato la “commercializzazione” dell’arte, proprio partendo da un grande esempio come quello di Andy Warhol (1928-1987).

Egli viene considerato, sia in Giappone che all’estero, come colui che ha saputo esportare la cultura Pop del Paese del Sol Levante, poiché i suoi disegni di anime e manga sono considerati ormai la vera cultura giapponese contemporanea e vengono esibiti nei musei in gran parte del mondo.

Così dice lo stesso artista:

“New York è stata fondamentale per me: è diventata la mia città preferita, anche perché aveva tutto quel che di occidentale manca in Giappone. Per esempio un certo Andy Warhol, i cui lavori hanno influenzato la mia idea di arte commerciale, e poi c’erano le favolose sculture erotiche di Jeff Koons. Volevo creare un mio “marchio”, obbiettivo raggiunto quando, insieme a Marc Jacobs, ho collaborato con Louis Vuitton”.

urakami Takashi e stilisti di moda famosi

Nel corso della sua carriera l’artista giapponese ha avviato collaborazioni di rilievo con importanti nomi influenti della moda a livello internazionale.

Nel 2009 Murakami ha disegnato per il famoso stilista Louis Vuitton una serie limitata di borse di pelle.

Louis Vuitton Eye Love Superflat Pink

Sempre nello stesso anno, la rivista Times per rappresentare la cultura contemporanea ha designato Murakami Takashi quale artista più influente al mondo.

Nel 2011 Google gli ha chiesto di realizzare il Google Doodle (cambio temporaneo del logo) per il solstizio d’inverno nell’emisfero australe.

Un’altra collaborazione all’inizio del 2021, è stata quella tra l’artista e Perrier, acqua minerale naturale gassata.

Acqua Perrier etichetta di Takashi Murakami
L’acqua in bottiglia Perrier per Murakami

I suoi disegni non compaiano solo sulle passerelle di moda, ma spaziano in moltissimi campi come quello della musica, dei giocattoli e dei gadget di tutti i tipi.

Scarpe sportive
Shangri la Blue flowers

L’arte di Murakami nel 2011

Con il tempo l’artista cambia e si evolve.

Il cambiamento più considerevole nella sua carriera artistica è avvenuto nel 2011, in seguito al terremoto ed allo tsunami che in quell’anno colpirono Fukushima.

Una tragedia che ha cambiato il rapporto dei giapponesi con la natura, l’economia e la società contemporanea.

Dice Murakami Takashi:

“Dopo questo avvenimento la mia filosofia è radicalmente cambiata. Adesso ho il rispetto per come le credenze (la fede) siano un modo per reagire alle sfide della natura”.

KaiKai Kiki e altri personaggi

Uno bianco con le grandi orecchie, l’altro con tre occhi rosa. Kaikai e Kiki sono anche i nomi di due mostri “Kawaii” – che esistono così come le sculture degli eroi dei film d’animazione – diventano veri e propri protagonisti del movimento “Superflat” creato da Murakami Takashi nel 1990.

Mr. Dob, forse l’alter-ego di Murakami

Mr. Dob è ormai il personaggio più ricorrente nelle opere di Murakami in quanto potrebbe essere il suo alter-ego e prende il nome da “Dobojite“, che in gergo giapponese significa “perché?”

“Spegnere il proprio ego” (Serigrafia firmata e numerata)

Il Sig. Dob si interroga costantemente sul mondo nel quale vive, ed è per questo che lo ritroviamo nelle situazioni più diverse a seconda del contesto in cui si trova: qualche volta raffigurato con aspetto più innocente, ma in altre situazioni rappresentato come essere malvagio e deforme.

La cultura occidentale e quella giapponese entrano in sinergia anche in questa reazione: le orecchie ispirate a Mickey Mouse ed una certa prevalenza dei colori rosso, blu e bianco fanno infatti riferimento agli Stati Uniti, mentre la figura in generale è una chiara allusione all’arte tradizionale giapponese dei manga.

Mr. Dob

Murakami attraverso Mr. Dob, riesce ad esprimere idee e sentimenti che derivando dalla cultura giapponese si fondono con gli atteggiamenti della società consumistica odierna. Nel corso degli anni l’artista ha replicato in innumerevoli varianti il suo personaggio tanto famoso inserendolo in molte sue opere dai diversi significati.

Mr. Dob (acrilico montato su tavola)

L’universo artistico di Murakami Takashi

L’artista partecipa a mostre in tutto il mondo e le sue opere sono presentate e incluse nelle collezioni appartenenti a diversi importanti musei come il Museo Guggenheim di Bilbao in Spagna ed il palazzo di Versailles in Francia.

Le opere d’arte di Murakami sono molto richieste in tutto il mondo; sembrano essere la formula vincente che unisce all’arte dedicata ai ricchi collezionisti internazionali la produzione in serie di oggetti destinati alla commercializzazione su larga scala.

La società di Murakami

Fondata da Murakami nel 1996 la Hiropon Factory, inizialmente un ristretto gruppo di giovani artisti, nel 2001 questo laboratorio si trasforma in una vera e propria Società la “KaiKai Kiki Co.Ltd: con sedi a Tokyo e New York.

Ogni creazione originale viene realizzata a Tokyo dal suo ampio staff di collaboratori basando il processo di elaborazione su tecniche di riproduzione in serie attraverso modelli digitali, nel quale egli si occupa dello schizzo a matita che viene successivamente inserito a computer da assistenti esperti di grafica digitale.

Panda Chan – Murakami T.
Magical Evolution – Murakami T.

Compositing o digital compositing

E’ una tecnica che permette di unire un certo numero di elementi, presenti in un database, per creare una singola figura.

Ecco un’opera di Murakami “Manji Fuji” dove si vedono al centro due personaggi, uno sull’altro in piedi su un ramo di un albero con sul sfondo il monte Fuji.

Murakami “manji Fuji” 2001

L’albero, il monte e la didascalia a sinistra in basso sono realizzati nello stile di pittura tradizionale, mentre i due personaggi e la scritta a sinistra in alto sono nello stile personale di Murakami.

I due stili sono diversi, ma non in contrasto.