ROGER FENTON

Il primo fotografo di guerra

Robert Capa, l’archetipo del moderno fotografo di guerra, soleva dire:

“Se pensi che le tue fotografie non siano abbastanza buone, è perché tu non eri abbastanza vicino”

Sicuramente un ottimo consiglio, tuttavia non applicabile per Roger Fenton, considerato il capostipite di questo genere di fotografia, che documentò la Guerra di Crimea nel 1855.

Le pesanti apparecchiature, le grandi lastre dei negativi, i lunghi tempi di esposizione gli impedirono di fermare e catturare le azioni delle battaglie. Le sue fotografie non potevano che ritrarre i campi di battaglia dopo che la storia era stata fatta.

GLI ESORDI

Roger Fenton nasce nel 1819 da una ricca famiglia del Lancashire. La sua passione giovanile fu la pittura che lo portò per lunghi anni a Parigi nell’atelier di Paul Delacroche, dove apprese anche le prime tecniche fotografiche.

Ritornato a Londra, con un gruppo di altri appassionati di fotografia, fondò nel 1847 il Photographic Club (più tardi Royal Photographic Society). Inizialmente Fenton si specializzò nei paesaggi e nella natura morta, per poi dedicarsi all’architettura.

Alcuni dei suoi primi lavori fotografici provengono da un viaggio in Russia, nel 1852, in cui fotografa il Ponte delle Catene (o Ponte Nicola) a Kiev, all’epoca il ponte più lungo d’Europa, e alcune grandi città russe, tra le quali Mosca e San Pietroburgo.

Veduta del Cremlino dal Ponte Vecchio
Veduta del Cremlino dalle mura
Kiev – Ponte delle Catene
San Pietroburgo – Il Palazzo d’Inverno

Al suo ritorno a Londra le sue foto furono esposte alla mostra fotografica della Royal Academy of Arts e la sua fama come fotografo fu subito assicurata.

UNA GUERRA IMPOPOLARE

Tra i suoi ammiratori ci fu anche la famiglia reale e nel 1854 ritrasse i Reali e i loro figli.

La regina Vittoria e il principe consorte Alberto

Nel 1855 ricevette l’incarico dall’editore Thomas Agnew di partire per la Crimea e di fotografare ufficiali, soldati, accampamenti in modo tale che il pittore Thomas Barker potesse usare quelle fotografie per portare a termine un ambizioso lavoro ad olio sulle forze alleate (Gran Bretagna, Francia, Impero Ottomano e Regno di Sardegna), impegnate nella guerra di Crimea contro la Russia,

Ma già allora fonti non ufficiali suggerivano che fu invece proprio il principe Alberto a chiedere a Fenton di andare in Crimea e inviare immagini che potessero riportare il consenso dell’opinione pubblica verso quella guerra diventata impopolare.

William Russel

Gli inglesi avevano potuto leggere i primi resoconti dell’inviato sul campo del Times William Russel “l’uomo che inventò le corrispondenze di guerra”.

Nell’ottobre del 1854 descrisse la rovinosa carica della cavalleria leggera inglese a Balaklava , le difficili condizioni dei soldati britannici al fronte e la tragica incompetenza dei comandanti inglesi. Articoli che causarono il rimpatrio immediato di Russel.

«Queste sono verità difficili, però il popolo inglese deve ascoltarle. Deve sapere che il mendico che si trascina sotto la pioggia nelle strade di Londra vive una vita da principe, in confronto a quella vissuta dai soldati che combattono per il loro paese.»

FOTOGRAFO DI GUERRA

Il conflitto con la Russia e le disumane condizioni dei soldati inglesi erano quindi già ben documentate dalle cronache dei giornali.

Da una lettera del dr. Marshall, medico del 55° Reggimento inglese e riportata nel gennaio 1855 dal Manchester Guardian

“La temperatura è nuovamente sottozero…le tende sono inutili come riparo… i soldati malati o feriti sono stipati in tende in cui piove dentro…e al mattino l’acqua si trasforma in ghiaccio… Alla richiesta di nuove tende il comando risponde: non ce ne sono…la cancrena ai piedi dovuta a queste temperature gelide si sta diffondendo sempre di più…Mi dispiace dire che i soldati non sono stati ben equipaggiati con abiti caldi, molti di loro avevano un solo lenzuolo..”

Il carro fatto costruire da Fenton, con le attrezzature fotografiche. Alla guida c’è il suo assistente, Marcus Sparling. Crimea, 1855

Nel febbraio 1855 Fenton si imbarco sulla HMS Hecla insieme a due assistenti. Aveva convertito un carro da trasporto del vino in una camera oscura viaggiante ed aveva caricato ceste di attrezzature fotografiche, prodotti chimici, lastre di vetro di varie misure e tutto ciò che poteva servirgli per il suo servizio fotografico.

Arrivò a Balaclava un mese dopo. Tra marzo e giugno riuscì a scattare circa 360 fotografie nonostante le difficili condizioni climatiche, la pericolosa posizione del carro preda dell’artiglieria russa e la curiosità insistente dei soldati che volevano essere fotografati.

I lunghi tempi di esposizione resero impossibile per Fenton fermare e catturare l’immagine delle azioni di guerra, ma comunque riuscì a documentare la vita dei soldati e degli ufficiali, gli armamenti, le vie di approvvigionamento e i tanti cavalli che erano l’unico mezzo di trasporto allora usato.

LE PRIME IMMAGINI DI GUERRA

Le fotografie di guerra di Fenton, in vista della pubblicazione e per richiesta dei sovrani che volevano fotografie positive e incoraggianti dopo i reportage negativi del giornalista Russell, non presentano aspetti cruenti, morte e sangue. Sebbene all’epoca la fotografia fosse ritenuta uno strumento di rappresentazione della realtà, Fenton fotografa soprattutto soldati e ufficiali durante le pause, campi di battaglia del prima e del dopo, vedute del teatro di guerra.

Il colera e la cancrena la faranno da padroni in quella che fu la prima guerra di trincea al mondo, ma Fenton non li immortalerà

I suoi soldati sono sorridenti e stanno bene, puliti e impeccabili. Tutti, anche i macedoni, gli egiziani, gli algerini, i croati, anche loro ripresi per motivi propagandistici a onore e gloria dell’alleanza britannica contro l’Impero Russo.

War council at the headquarter of British Army
Gruppo di soldati del 47^ Reggimento del Lancashire

Piana di Sevastopol – Il campo degli alleati
Gruppo di soldati croati

THE VALLEY OF THE SHADOW OF DEATH

Durante la sua permanenza in Crimea Fenton si ruppe varie costole in una brutta caduta, anche lui contrasse il colera ma riuscì comunque a produrre circa 360 fotografie, documentando peraltro solo un lato del campo di battaglia.

Fenton convogliò gli orrori del conflitto nella celebre foto “The valley of the shadow of death”, mentre i suoi ritratti fotografici preservano l’imperscrutabilità dei visi dei soldati all’alba della guerra “moderna”, la Prima guerra mondiale.

Allora come ora, anche con l’evolversi del mezzo fotografico, la relazione fra l’estetica e la verità nella fotografia di guerra è una questione aperta.

The valley of the shadow of death – versione con la strada libera

La foto inquadra la triste e desolata vallata che vide l’esercito britannico sconfitto numerose volte dai russi. L’immagine riportò alla mente degli inglesi il poema di Tennyson “The Charge of the Light Brigade”, nel quale il poeta offre il suo tributo ai 600 cavalieri inglesi che morirono in quella valle il 25 ottobre 1854, denunciando l’assurdità di quel conflitto.

The valley of the shadow of death – versione con le palle di cannone sulla strada e sui pendii della collinetta

Esistono dunque due versioni di quella celebre foto; critici e studiosi sono tuttora incerti su quale scatto fu fatto per primo, ma in ogni caso qualcuno spostò le palle di cannone. Se fu Fenton allora questa iconica prima foto di guerra è stata anche il primo esempio di “staged war photo”.

Cathcart’s hill

Su una collina vicino alla Valley of Death si erge un obelisco, ormai in rovina. Le targhette che riportavano il nome dei morti sono scomparse e non c’è niente altro che identifica quel posto come il luogo dove furono sepolti i 23.000 soldati inglesi che morirono nella guerra di Crimea.

Cathcart’s Hill, una collinetta fra Sebastopoli e Balaclava, fu il primo cimitero di guerra dei soldati inglesi che là persero la vita.

Fenton – Cathcart’s Hill

Negli anni Cathcart’s Hill fu dissacrata, espropriata, dimenticata. Nel 1956 le pietre tombali furono divelte dopo che Nikita Khrushchev annesse la Crimea all’Ucraina all’interno dell’Unione Sovietica e su quel terreno sorsero le dacie russe.

Nel 2003 fu eretto un nuovo obelisco a cinque miglia dalla collinetta originale grazie ai negoziati fra l’ambasciata inglese a Kiev e il governo ucraino. Ma anche questo “memoriale” sta soffrendo la stessa sorte del primo, con le pietre che si sgretolano e il sentiero che sparisce fra le erbacce.

Inoltre, sebbene il governo russo abbia reintrodotto nei testi di storia scolastici della Crimea la guerra degli anni 1853-1856, il sito del “memoriale” inglese è ora dominato da quello russo che celebra la battaglia del 1944 per liberare Sebastopoli dai nazisti (i soldati sovietici usarono le stesse trincee scavate dagli inglesi un secolo prima)

Il ritorno in patria

Ritornato in Inghilterra Fenton espose le sue foto e circa due milioni di cittadini poterono vederle proprio mentre iniziavano a rientrare in patria i primi soldati feriti, malati, mutilati.

Le sue fotografie aiutarono a puntare l’attenzione sul problema dell’assistenza in patria ai veterani di guerra.

Fenton continuò a fotografare ancora per qualche anno, anche con servizi fotografici per la famiglia reale. Ma anche lui subì il peso delle tragedie di cui era stato testimone e nel 1863 vendette tutta la sua apparecchiatura e ritornò ad esercitare il mestiere di avvocato,

Lord Balgonie: la prima testimonianza visiva di “shell shock” (o shock da granate): si riferisce ad un tipo di disturbo da stress post-traumatico riportato da molti soldati ed ufficiali durante la prima guerra mondiale.