Per inquadrare subito il personaggio nel suo contesto storico occorre dire che Giovanni da Udine fu uno straordinario artista del Rinascimento. Molto conosciuto e apprezzato al suo tempo, il suo valore era considerato a metà strada tra Raffaello e Michelangelo. Fu capace di imporsi sulla più importante scena artistica della prima metà del Cinquecento, come uno dei talenti pittorici più singolari e originali della sua generazione.
A Roma diventa uno dei più fidati collaboratori di Raffaello che lo volle al suo fianco per decorare la Loggia di Psiche alla Farnesina e nell’impresa delle Logge vaticane. Michelangelo lo teneva in alto conto e Papa Clemente VII gli affidò delicati interventi di restauro e decorazione sia a Roma che a Firenze.
UN ARTISTA E IL SUO TERRITORIO
Giovanni da Udine, il cui vero nome era Giovanni Ricamatore, eccelleva nell’arte della pittura, del disegno, dell’architettura, dello stucco e del restauro. Ci teneva a dire che era friulano, aveva un forte legame con la terra che gli aveva dato i natali ed era attaccato alla sua città in modo particolare. Il Sindaco di Udine, Pietro Fontanini, dichiara convinto:
“È anche grazie a lui e alle sue opere, di cui ricordiamo, solo per fare alcuni esempi, la scalinata del Castello, la fontana di piazza San Giacomo e la torre dell’Orologio di piazza Libertà, se Udine vanta uno dei centri storici più belli ed eleganti a livello nazionale e internazionale ed è capace di attirare visitatori da tutta Europa”.
Con l’intento di valorizzare le migliori espressioni della storia, dell’arte e della società del Friuli, gli aspetti identitari della sua cultura presso i concittadini, nonché di attirare l’attenzione dei visitatori sulle potenzialità turistiche della città, il Comune di Udine promuove la prima retrospettiva che sia mai stata a lui dedicata.
UNA IMPORTANTE RETROSPETTIVA
La mostra GIOVANNI DA UDINE tra Raffaello e Michelangelo (1487 – 1561) ha luogo al Castello – Gallerie d’Arte Antica fino al 12 settembre 2021. A cura di Liliana Cargnelutti e Caterina Furlan, affiancate da un autorevole Comitato scientifico, si basa sulla biografia di Giorgio Vasari ed è accompaganta da un bel catalogo che permette di approfondire i temi della mostra.
In questa esposizione l’artista udinese compare in tutta la sua poliedrica attività: pittore, scultore, disegnatore, architetto, stuccatore. Abilissimo e versatile in tutte le arti, il suo lavoro viene indagato attraverso stucchi, incisioni, documenti, lettere, libri e altri materiali. Un’impresa corale, certo non facile, ma dai risultati sorprendenti. La scommessa è stata quella di realizzare una mostra con affreschi e senza nessun dipinto certo.
DISEGNI E STAMPE
Infatti, sebbene Giovanni da Udine fosse solito definirsi pittore, non esiste a tutt’oggi nessun dipinto da cavalletto che possa essergli riferito con sicurezza. Per la prima volta sono riusciti a riunire un cospicuo numero di raffinati disegni e riproduzioni di stampe delle Logge vaticane provenienti da diversi musei europei e da una collezione privata americana. Il recupero di tutte queste opere quindi ha risonanza sia in ambito nazionale che internazionale. Vania Gransinigh, Responsabile di U. Org. Civici Musei, spiega:
“La mostra è sorretta da un progetto scientifico rigoroso e di qualità, imperniato sulla ricerca. Gli affreschi non sono trasportabili, tuttavia si è potuto mostrarli grazie ad uno studio molto approfondito perché dotato di un corredo iconografico non multimediale ma concreto: incisioni, disegni e altro. Si tratta pertanto di lavori che testimoniano la fase preparatoria delle opere d’arte”.
DECORAZIONI E GROTTESCHE
Il contesto storico e culturale del tempo viene ricostruito attraverso libri, documenti e filmati. Nell’ ampia sezione che prende in esame l’iconografia di Giovanni da Udine, come si presenta e come lo vedevano gli altri, spicca un ritratto dell’artista col cappellaccio. A 27 anni circa, ormai formatosi tra il Friuli e Venezia dove ha frequentato la bottega di Giorgione, parte per Roma. Caterina Furlan, curatrice della mostra, racconta:
“E’ versato in disegno ma a Roma ha la capacità di ritagliarsi uno spazio tutto suo e si specializza nelle decorazioni a grottesche neroniane. Se è stato Raffaello a capire subito che le grottesche potessero diventare un linguaggio nuovo, è merito di Giovanni da Udine la scoperta della ricetta dello stucco bianco che trova campo di applicazione nelle Logge vaticane”.
UN TALENTO NATURALISTICO
La fortuna di Giovanni da Udine attraverso l’incisione è legata a quella di Raffaello, come dimostrano le stampe tratte dalle sue invenzioni, in particolare quelle delle Logge vaticane. Se l’attenzione degli incisori si concentra dapprima sulle storie bibliche, in seguito il loro interesse si estende agli stucchi, al basamento e agli ornati.
La sua propensione naturalistica si esprime appieno nella Loggia della Farnesina con i festoni che sono una sorta di summa delle conoscenze botaniche del tempo. I disegni di natura a colori – fiori e frutta, animali o dettagli architettonici – confermano la sua proverbiale abilità nella rappresentazione del mondo animalistico-vegetale e soprattutto degli uccelli.
Dopo la morte di Raffaello l’ultima impresa di Giovanni da Udine è la decorazione di Villa Madama insieme a Giulio Romano. Poi torna in Friuli dove diventa architetto pubblico nella città di Udine. Sono esposte lettere che testimoniano la sua corrispondenza con Micheangelo in questo periodo.
DENTRO E FUORI IL FRIULI
L’artista, muore a Roma nell’agosto del 1561, mentre era impegnato nella decorazione delle Logge di Pio IV. Secondo Vasari, fu sepolto al Pantheon, vicino a Raffaello, “per non star morto diviso da colui, dal quale vivendo non si separò il suo animo giammai”. La mostra si conclude con una sezione fotografica che illustra i colori e i materiali da lui usati per la realizzazione dei festoni della Farnesina.
Una volta finito il percorso espositivo però, le opere architettoniche, gli affreschi e gli stucchi realizzati dall’artista e dai suoi collaboratori in questa Regione potranno essere ammirati dal vivo nel Castello di Colloredo di Montalbano, a Spilimbergo, a San Daniele del Friuli e a Udine. Fuori dal Friuli, l’itinerario ideale trova il suo completamento a Venezia, per una visita a Palazzo Grimani, e naturalmente a Roma, che custodisce le sue opere più celebri.