A.I. versus human

Oggi non vi presento un mio articolo, ma leggerete una recensione del New York Times che vuole essere una provocazione in più per il mondo dell’arte (articolo pubblicato il 2 settembre 2022 da Kevin Roose)

“Quest’anno l’annuale Fiera del Colorado ha previsto premi per tutte le arti classiche: pittura, scultura, tessitura.

Ma mister Jason M. Allen di Pueblo West, Colorado, non ha partecipato con un pennello o un pezzo di argilla. Lui ha creato la sua opera con Midjourney, un programma di intelligenza artificiale che è in grado di trasformare linee di testo in una grafica iperrealistica.

Il lavoro di Mr. Allen “Théâtre D’ opéra Spatial,” ha portato a casa il “Nastro Blue” , riconoscimento per gli artisti digitali emergenti, rendendo questa opera una delle prime creazioni di A.I. a vincere un premio, e scatenando indignate reazioni da parte di altri artisti che lo hanno accusato in pratica di “barare”.

Raggiunto al telefono Mr. Allen ha chiaramente difeso il suo lavoro. Quando lo ha presentato per il concorso con il titolo “Jason M. Allen via Midjourney” aveva chiarito che era stato creato usando un programma di A.I. e quindi non ha ingannato nessuno.

“Sicuramente non devo chiedere scusa a nessuno Ho vinto e non ho violato nessuna regola”

A.I.-generated art sono in circolazione da qualche anno. Ma le versioni rilasciate quest’anno, tipo DALL-E 2, Midjourney e Stable Diffusion — hanno reso possibile anche per artisti “alle prime armi” di creare complessi lavori astratti o iperrealistici semplicemente digitando poche parole in un text box.

Queste apps hanno creato nervosismo in molti artisti preoccupati per il loro futuro: perché qualcuno dovrebbe comprare quadri quando potrebbero crearli loro stessi?

E naturalmente è nato anche un animato dibattito riguardo all’etica dell’ A.I.-generated art, sostenendo che queste espressioni d’arte high-tech sono una sorta di plagio.

Mr. Allen, 39 anni, ha iniziato a sperimentare l’ A.I.-generated art quest’anno. E’ titolare di una società, Incarnate Games, che crea giochi tabletop (videogiochi che permettono di giocare a giochi di società in un ambiente con simulazione fisica), e, per curiosità legata al suo lavoro, ha voluto comparare le immagini create da questa nuova generazione di A.I. con quelle che lui commissiona a vari artisti per i suoi videogiochi.

Questa estate è stato invitato in una chat di Discord utilizzata da persone che stavano testando Midjourney.

Questa app usa un complesso processo conosciuto come “diffusion” per trasformare il testo scritto in immagini. Gli utilizzatori digitano una serie di parole in un messaggio a Mijourney e dopo pochi secondi l’app le trasforma in immagini.

Mr. Allen si appassionò, quasi un’ossessione, a creare centinaia di immagini e meravigliandosi di quanto fossero realistiche. Qualsiasi cosa lui scrivesse, Midjourney era in grado di trasformarla.

“Non riuscivo a crederci – ci ha raccontato – Mi sentivo ispirato quasi fossi guidato da una forza soprannaturale”

Mr. Allen decise quindi di partecipare alla Fiera dello Stato del Colorado con una sua creazione con Midjourney. Fece stampare l’opera su una tela e la propose ai giudici della sezione “arte digitale/fotografia digitale e manipolazione”.

“La Fiera stava per iniziare e ho pensato: come sarebbe bello far vedere alla gente quanto è grande quest’arte”

Qualche settimana più tardi, mentre camminava per la fiera, Mr. Allen vide un fiocco blu appeso al suo lavoro: aveva vinto il primo premio, insieme a 300 dollari.

“Non potevo crederci: era accaduto proprio quello che volevo ottenere”

E’ VERA ARTE?

Dopo la sua vittoria Mr. Allen postò la foto del suo lavoro sulla chat di Midjourney Discord. E di qui su Twitter dove si scatenò una furiosa protesta.

“Stiamo assistendo alla morte dell’arte, proprio davanti ai nostri occhi” un utente Twitter ha scritto

“Questa è madornale,” un altro ha scritto. “Posso anche essere d’accordo che l’ A.I. sia in grado di produrre dei buoni lavori, ma proclamarti artista! Questo proprio no”

Alcuni artisti hanno difeso Mr. Allen sostenendo che usare l’ A.I. per produrre un’opera non è poi differente da usare Photoshop o altri strumenti digitali di manipolazione delle immagini e che comunque la creatività umana è ancora necessaria evidentemente per creare un’opera vincitrice di un premio.

Olga Robak, la portavoce del Colorado Department of Agriculture, supervisore della fiera, ha confermato che Mr. Allen aveva adeguatamente menzionato l’utilizzo di Midjourney quando ha presentato il suo lavoro; le regole della categoria specifica consentono ogni “pratica artistica che usi la tecnologia digitale come parte del processo creativo o di presentazione”.

La giuria non era al corrente che Midjourney fosse un programma di A.I., ci ha detto la signora Robak, ma in ogni caso i giudici le hanno confermato che avrebbero assegnato il primo premio a Mr. Allen anche se lo avessero saputo.

I dibattiti intorno alle nuove tecnologie per “fare” arte non sono niente di nuovo. Molti pittori si spaventarono per l’invenzione della macchina fotografica, che videro come la fine dell’ arte pittorica. (Charles Baudelaire, poeta e critico d’arte, nel 19° secolo, definì la fotografia “il più mortale nemico dell’arte”).

E nel 20° secolo gli strumenti digitali di montaggio e i programmi di disegno assistito per computer allo stesso modo furono “condannati” dai puristi perché richiedevano poca capacità e abilità da parte dei loro collaboratori.

Ciò che rende queste nuove generazioni di A.I. differenti, almeno secondo qualche critico, non è la loro capacità di produrre notevoli lavori artistici con poco sforzo. Ma è come lavorano.

Apps come DALL-E 2 e Midjourney sono costruiti catturando milioni di immagini dal web, poi attraverso algoritmi, che si evolvono man mano che vengono utilizzati, riconoscono modelli e relazioni fra quelle immagini e sono in grado di crearne delle nuove. Questo significa anche che gli artisti che caricano i loro lavori sul web possono involontariamente dare materiale per i loro “avversari”.

“Quello che rende queste A.I. differenti è il fatto che sono chiaramente “allenate” dai lavori degli artisti – ha twittato lo scorso mese RJ Palmer – artista digitale – “Questi strumenti vogliono il nostro lavoro, è sicuramente una pratica anti-artista”

Anche coloro che sono positivamente impressionati da questa arte hanno dei dubbi su come viene creata. Andy Baio, tecnologo e scrittore, ha scritto in un recente saggio, che DALL-E 2, forse la più vivace A.I. generatrice di immagini presente oggi sul mercato, “ è vicino al magico nella sua capacità di fare giochi di prestigio con le immagini, ma fa sorgere tante questioni di natura etica,”

Mr. Allen, il vincitore del fiocco blu, si è dichiarato solidale con gli artisti spaventati dalla possibilità che queste A.I. possano tagliarli fuori dal mondo dell’arte.

Ma, ha aggiunto, la loro rabbia dovrebbe essere indirizzata non a coloro che usano questi programmi ma alle compagnie che decidono di rimpiazzare gli artisti con queste A.I.

“Non dovrebbe essere un’accusa verso la tecnologia – ha continuato – l’etica non è nella tecnologia, ma nelle persone”

E ha esortato gli artisti a superare le loro obiezioni verso l’A.I., anche solo come strategia di adattamento alla situazione

“Questa cosa non si fermerà – Mr. Allen ha sentenziato – L’arte è morta, signori. E’ finita. L’A.I. ha vinto, gli umani hanno perso!”

(Mr. Allen si è rifiutato di condividere il testo scritto che ha inserito su Midjourney per creare “Théâtre D’opéra Spatial.” Ma ci ha detto che la traduzione dal francese “Teatro d’opera spaziale” dovrebbe darci un’idea)