Azadeh Akhlaghi

Nel giugno del 2009 a Teheran una giovane studentessa Neda Agha Soltan viene uccisa dalla polizia durante una manifestazione di protesta contro l’esito sospetto delle elezioni in Iran.

La morte di Neda catturata dai cellulari fece il giro del mondo e divenne il simbolo del movimento di protesta dei giovani iraniani.

“Dopo la morte di Neda – racconta Azadeh Akhlaghi – ho iniziato a pensare alle altre tragiche morti in Iran, che non erano state documentate perché non c’era nessuna camera presente”

Azadeh è diventata così una testimone del passato della sua nazione.

La fotografa che mette in scena le morti in Iran

Akhlaghi nasce a Shiraz nel 1978 , l’anno zero della Repubblica Islamica. Si laurea alla RMIT University di Melbourne e ritorna in Iran per lavorare come assistente del regista Kiarostami, prima di rivolgersi alla “fotografia concettuale”.

E proprio la fotografia concettuale diventa per lei lo strumento per dare visibilità alla morte di coloro che hanno combattuto e sono morti per la libertà del loro paese:

“…ho iniziato a pensare a quelle persone che decidono di scendere in strada sapendo che potrebbero essere ammazzate…rischiano la loro vita per la libertà…e sono molte le persone qui a Teheran ed in altre parti del mondo che affrontano questo rischio…”

 

Inizia così un lungo lavoro di gruppo per ripercorrere la storia dell’Iran partendo dalla Riforma Costituzionale del 1906 fino alla Rivoluzione Islamica del 1979 e alla guerra contro l’Iraq.

Più di tre anni di ricerca per scegliere e documentare questi episodi di tragiche morti di cui non si doveva aver più memoria ma che erano state cruciali per quello che avevano rappresentato.

Azadeh ha consultato libri, giornali, documenti segreti, ha contattato e intervistato chi era presente quel giorno cercando di raccogliere tutti i dettagli possibili di quei momenti.

Nasce così “By an Eye -Witness” : un progetto di 17 ricostruzioni di tragiche morti di cui lei diventa testimone, riconoscibile nelle fotografie per il velo rosso che indossa.

By an Eye-Witness

‎”…. ‎‎la staged photography era è la soluzione più vicina alla mia idea di arte…‎‎ dopo tre anni di ricerche ho trovato un produttore e una squadra per realizzare questo progetto: un mese di lavoro di pre-produzione e 20 giorni per scattare tutte le 17 immagini…. avevamo un budget basso e quindi non potendo assumere attori ci siamo rivolti agli amici… “‎

Akhlaghi ricostruisce assassini, torture e morti misteriose, così come decessi naturali. Ha ricreato le morti di artisti e sportivi, di attivisti, uomini di chiesa e figure politiche.

Ho potuto vedere questo progetto esposto ad una mostra svoltasi nel 2017 a Monopoli.

Le fotografie sono tutte in larga scala e mi hanno proiettato nel momento catturato da Azadeh, mi hanno reso una testimone e mi hanno consegnato la memoria di quegli eventi.

Queste immagini comunque fortemente cinematografiche, hanno una sorta di religiosità e maestosità rinascimentale.

La composizione della scena, le luci, la crudezza dei corpi coperti di sangue e polvere, gli sguardi, i volti, le mani mi hanno portato alla mente i lavori di Caravaggio.

Il 4 febbraio 1940 l’intellettuale comunista Taghi Arani muore in prigione. Il suo cadavere esposto all’obitorio è irriconoscibile per le torture subite. Persino sua madre non riuscì a identificarlo.
7 dicembre 1953, tre studenti dell’Università di Teheran vengono uccisi dalla polizia durante una manifestazione contro la visita di Richard Nixon (all’epoca vice presidente USA) in Iran. Oggi il paese ricorda quella tragedia nel Giorno dello Studente.
Il 26 aprile 1974, la studentessa attivista Marzieh Ahmadi Oskuie viene uccisa dalla polizia segreta.
17 Ottobre 1939, il poeta e politico Mohammad Farrokhi Yazdi muore ucciso da una iniezione di aria nella prigione di Qasr a Teheran.
10 Settembre 1979 l’Ayatollah Mahmoud Taleghani, teologo democratico e riformista, muore in circostanze misteriose nella sua casa. Una enorme folla si raccoglie per celebrare il suo funerale .
18 Aprile 1975, l’intellettuale di sinistra Bijan Jazani fu ucciso in circostanze misteriose.

Quando le fotografie furono esposte per la prima volta in Iran nel 2013 la reazione della gente fu straordinaria:

“…molti dei personaggi raccontati nelle mie immagini erano ancora presenti nel ricordo delle persone, ma non c’era stata la possibilità di un lutto collettivo per queste morti scomode dei passati regimi…”

 

Il lavoro di Akhlaghi ha riempito il vuoto visivo, ha ricordato ciò che doveva essere dimenticato, ha finalmente rotto il silenzio durato anni.

“…è bello essere ascoltati dal mondo…”

 

fonte: Intervista del “The Guardian” a Azadeh Akhlaghi del 2014

 

Contesto storico

Le foto riprodotte nell’articolo si inseriscono in un percorso che va dagli anni 30 fino agli anni 80. Nel 1979 la rivoluzione Islamica riesce ad abbattere il regime dello Scià e porta profondi cambiamenti nella società iraniana.

Molti di questi personaggi e gli episodi ricostruiti fanno parte della storia di quel paese.

Vale la pena dare qualche informazione in più per capire meglio l’opera qui presentata e lo sforzo che è stato necessario per ricostruire avvenimenti che nella maggior parte dei casi sono stati dimenticati.

Taghi Arani

Nel 1928 Taghi Arani torna in Iran dopo un periodo passato in Germania a studiare chimica. Come professore e intellettuale si afferma e dà vita ad un dibattito pubblico sul regime e la società. Con le sue idee, influenzate da una visione marxista, si batte contro gli assetti di potere e gli interessi dei vari soggetti che si muovevano nella società iraniana.

Contributo intellettuale

Idee che trovano la loro esplicitazione quando fonda la rivista Donya Magazine ( The World ). 

Il suo contributo alla vita intellettuale di quello che sarà il moderno Iran è fondamentale. Con altri 52 suoi colleghi viene arrestato e condotto in carcere. Il processo che ne segue desta scalpore, l’accusa è quella di essere coinvolto in attività comuniste.

Le conseguenze sono tragiche. Nel 1940 viene trovato morto nella sua cella. Il regime dice di una morte naturale, i segni di tortura, il volto devastato raccontano un’altra storia. 

Nazionalismo, lotta per il possesso del petrolio e proteste studentesche.

Alla fine del 1945, al termine della seconda guerra mondiale, l’Inghilterra domina il settore medio orientale in cui l’Iran è inserito. 

Questo significa influenzare la vita politica del paese per supportare gli interessi delle aziende inglesi che si occupavano  dello sfruttamento di fonti energetiche, come il petrolio, per trarne enormi profitti.

Lo scenario geo politico va radicalmente e velocemente mutando.

Cambiamenti

Nuovi soggetti si presentano sulla scena mondiale e gli equilibri cambiano. L’Unione Sovietica confina con l’Iran e si afferma sullo scenario internazionale, gli Stati Uniti iniziano a giocare un ruolo da nuova potenza, la Cina si avvia verso la sua rivoluzione .

In questo quadro e sotto la pressione dell’opinione pubblica il governo inglese accetta di condividere una parte dei profitti petroliferi  con i paesi produttori, tra questi l’Iran.

Come sempre avviene la società è più avanti rispetto a soluzioni che diventano fonte di scontro e conflitto. 

In Iran Mohammed Mossadegh, presidente della commissione petroli al parlamento iraniano, è in completo disaccordo con la posizione del primo ministro Alì Razmara e dello scià Reza Palhevi che avevano accettato la soluzione inglese.

Lo scontro istituzionale   si acuì nel 1951 con l’assassinio di Razmar che viene sostituito come primo ministro proprio da Mossadegh.

Le riforme che ne conseguono vedono al primo posto la  nazionalizzazione delle fonti energetiche. Viene costituita una compagnia statale che si occuperà di tutte le fasi di lavorazione, dall’estrazione alla commercializzazione.

I movimenti nazionalisti e anticoloniali che si muovono a livello globale pongono nuove sfide.

In Indocina la Francia affronta una guerra che nel 1954 la vedrà sconfitta a Dien Bien Phu. In Egitto iniziano a muovere i primi passi movimenti  che mettono in discussione l’uso del canale di Suez chiedendone la sua nazionalizzazione.

In questo contesto gli USA sostituiscono l’Inghilterra negli assetti geopolitici. L’Iran diventa un fronte su cui la CIA inizia ad operare per ristabilire vecchi assetti e tutelare interessi che in quel momento erano stati messi in discussione.

Restaurazione

Nel 1953, con il supporto americano, Mohammed Mossadegh viene arrestato dopo un colpo di stato che porta al suo posto il generale  Fazlollah Zahedi.

In quell’anno il vice presidente americano Richard Nixon arriva a Teheran e di fatto riconosce il nuovo regime, le compagnie petrolifere ritornano in gioco e sostituiscono la compagnia nazionale. I proventi dell’estrazione e vendita del petrolio tornano nelle tasche delle cosiddette Sette sorelle.

Il 1953 vede la sconfitta del movimento nazionalista, la ricostruzione fotografica fa riferimento agli scontri tra studenti e polizia durante la visita di Nixon. La repressione fu feroce, le vittime “ufficiali” tra gli studenti furono tre.  

Protagoniste femminili e guerriglia

Protagonista meritevole di menzione è la vicenda di Marzieh Ahmadi Oskuie. 

Dopo gli studi universitari svolge attività di insegnante, inventa “le biblioteche ambulanti” con cui si muove in lungo ed in largo per il paese. L’Iran è immenso, la sua popolazione è per lo più impegnata nella pastorizia e nell’agricoltura.

La società, in generale, riflette in termini di costumi e tradizioni una realtà di tipo patriarcale in cui il ruolo della donna è marginale. La figura di Oskuie segna una rottura con questo tipo di contesto.

Si impegna nella alfabetizzazione delle popolazioni rurali, emancipa con la sua iniziativa itinerante vasti settori della società. La sua visione di militante politica di come dovrebbe essere l’Iran, influenza il suo lavoro prima e le sue scelte di vita in un secondo momento.

Tra le tante attività si distingue per essere una poetessa e pubblica i suoi primi lavori con il nickname di Dalga.

Nel 1970 guida le proteste studentesche contro il regime dello Scià. Nello stesso tempo il suo impegno si radicalizza ed entra a far parte di un gruppo guerrigliero: ”  Organization of Iranian People’s Fedai Guerrillas

 

Il 26 Aprile del 1974 le giunse notizia che agenti della SAVAK avevano pianificato il fermo di alcuni suoi compagni. Li raggiunse per avvertirli del pericolo proprio nel momento in cui questi venivano arrestati. Provò in ogni caso a liberarli ma fu uccisa nello scontro a fuoco che ne seguì. Aveva 33 anni. 

Fu sepolta con i suoi amici più stretti Behruz Dehghani e Alirza Nabdil nel 33 ° angolo del cimitero Beheshti-Zahra a Teheran.

Articolo elaborato da Carla per la parte di fotografia e da Mario per la parte storica