Giovanni Gastel. Un maestro del ritratto fotografico

Se n’è andato a causa del Coronavirus il 13 marzo 2021. Giovanni Gastel, un maestro della fotografia italiana nonché nipote di Luchino Visconti, nato a Milano il 27 dicembre 1955, ultimo di sette figli di Giuseppe Gastel e di Ida Visconti di Modrone.

Così il Ministro della Cultura Dario Franceschini ha commentato la sua scomparsa:

La fotografia italiana perde un grande protagonista amato e stimato in tutto il modo. Un artista originale, garbato e dal profondo senso estetico che con i suoi scatti ha saputo ritrarre e cogliere l’intimità dei grandi personaggi della moda e della cultura internazionale”.

Solo pochi giorni prima si era appena conclusa, tra unanimi consensi di pubblico e di critica, la sua mostra personale Giovanni Gastel. The People I like al MAXXI Museo delle Arti del XXI secolo di Roma dal 15 settembre 2020 al 05 marzo 2021. Vi erano esposti in prima assoluta oltre 200 “ritratti dell’anima” fatti dal  fotografo alle persone che più lo avevano colpito. Presente  lo stesso autore, elegantissimo  in smoking,  in una superba gigantografia  che accoglieva i visitatori  nel corpo scala del Museo.

 

Photo Sandro Lucentini

 

THE PEOPLE I LIKE

“All’inizio della sua carriera Gastel non amava particolarmente il genere ritratto – scrive il curatore Umberto Frigerio nel volume  THE PEOPLE I LIKE. The book, di G. Gastel, uscito per Skira nel 2020 – In questi ultimi anni, invece, sono diventati una parte importante del suo orizzonte fotografico”. 

Pensiamo allora a questa esposizione come a un’inedita e avvolgente galleria con i ritratti realizzati dal grande fotografo nel corso di quaranta anni di carriera. Per la maggior parte celebrità, signore e signori della moda, personaggi dello spettacolo, del cinema, della musica, della politica, della gastronomia, artisti, maestri del design o grandi fotografi.

 

MAXXI, Giovanni Gastel, BARAK OBAMA

 

Da Barack Obama a Marco Pannella, da Davide Oldani a Ettore Sottsass, da Bebe Vio a Luciana Littizzetto, da Monica Bellucci a Chiara Ferragni, da Giovanni Allevi a Tiziano Ferro, da Lapo Elkann a Fiorello e molti altri ancora. A dire di Giovanni Gastel:

The People I like racconta il mio mondo, le persone che mi hanno trasmesso qualcosa, insegnato, toccato l’anima… e per me questo non dipende dalla loro origine, estrazione sociale, gruppo di appartenenza o altro. L’anima è qualcosa di unico, indipendente e, come tale, non segue nessuno schema predefinito, come il cuore”.

Immortalate infatti anche persone meno conosciute, per lo meno dai più, da chi non frequenta certi ambienti. Molti ripresi da soli, alcuni in coppia: lui-lei o lei-lei. Quelli che ti guardano dritto negli occhi mentre altri, in pose varie, paiono assorti nei loro pensieri.

 

Giovanni Gastel, Guenda, Marco e Sebastiano. Photo Sandro Lucentini

 

I RITRATTI DELL’ANIMA

Giovani e meno giovani. Rampanti o affermati. Famosissimi e lontani da notorietà. Persone e animali di famiglia. Seri o sorridenti, sornioni o stralunati, a colori o in bianco e nero, sono tutti lì i personaggi fotografati dal maestro Giovanni Gastel che sfilano in silenzio nella personale a lui dedicata.  Nei soggetti rappresentati cercava sempre qualcosa di più profondo che li descriveva meglio, dimostrando di avere una percezione interiore capace di far emergere l’unicità spirituale di ognuno. Questo il parere di Sgarbi:

Resta che Giovanni, circondato da invidiabili bellezze, le ha denudate, lasciandole vestite; ha fotografato, con una concentrazione assoluta, prima la loro anima che il loro corpo, ha inseguito essenze segrete, inquietudini, turbamenti.

 

MAXXI, GiovanniGastel, BEBE VIO

 

FOTOGRAFIA È SEDUZIONE

Una sequenza di ritratti con poche figure intere, in cui prevalgono i mezzibusti. Magistrali i close-up sui volti: frontali, di tre quarti, di profilo. Solleva un certo turbamento l’alternanza di sguardi torvi e occhioni dolci, sguardi magnetici e occhi assenti.  Memorabili le grandi risate come quelle di Roberto Vecchioni e di Barack Obama.

Scaramantici o riflessivi, perplessi o sottilmente ironici le grandi star della lirica come Andrea Bocelli e del rock come Vasco Rossi fermati su sfondi regali azzurri e viola. Il cantautore del pop soul italiano Zucchero ripreso col suo immancabile cappello a cilindro, ricoperto di piume e amuleti.

Insomma un susseguirsi di volti, pose e sogni di anime incontrate da cui emana, secondo Gastel, una seduzione rara:

“Penso che la Fotografia in generale sia un atto di seduzione reciproca. Tu devi essere sedotto da quello che vedi  e  quello che stai guardando deve cercare disperatamente di sedurre te. Vale per gli uomini, vale per gli oggetti, per i panorami, vale per tutto”.

 

MAXXI, GiovanniGastel, ZUCCHERO FORNACIARI

 

FILOSOFIA DEL RITRATTO

Per rendere eterno l’incontro tra due anime non basta uno scatto. Giovanni Gastel non seguiva schemi prefissati, ma accoglieva creativamente ciò che la persona che aveva di fronte gli trasmetteva, in un reciproco scambio di istanti che raccontano un’eternità. Alle persone che stava per fotografare diceva sempre una frase a spiegazione di come lui intendeva il ritratto:

“Io non sono uno  specchio, io sono un filtro. Il ritratto che io farò di te sei tu filtrato da quello che sono io (le mie paure, le mie gioie, le mie solitudini, le mie poesie); uscirai sotto forma di interpretazione di te. Io do la mia interpretazione di te. Io do la mia lettura che non è la lettura assoluta. Io filtro attraverso quello che ho letto, visto, studiato e ti restituisco…”.

 

DAVANTI E DIETRO  LA MACCHINA FOTOGRAFICA

Secondo Uberto Frigerio, amico d’infanzia del fotografo diventato in seguito suo assistente e collaboratore, che ha curato la mostra:

“La visione di Giovanni Gastel va oltre quello che vede davanti alla macchina fotografica. Visione che lo riporta a un suo personale immaginario. A Giovanni la fotografia intesa come riproduzione fedele del reale non interessa. Non interessa nella fotografia in generale e tanto meno nel ritratto. Ed è per questo che Giovanni, in qualche modo, trasforma il soggetto fotografato nell’icona di sé stesso, ovvero nella visione nitida e personale del suo sguardo e del suo mondo. Mondo che ri-vede e ri-disegna seguendo dei propri canoni di bellezza e di armonia. È questo che rende speciale ogni foto.

 

MAXXI, GiovanniGastel, FRANCA SOZZANI

IMMAGINI ICONICHE

Nei volti femminili spesso sono i capelli a fare la differenza. Iconiche le foto della rimpianta direttrice di Vogue, Carla Sozzani, interpretata come una madonna e della donna bionica Bebe Vio. Alcuni soggetti sono inseriti in una scenografia, vedi Roberto Bolle seduto nella platea di un teatro  dell’opera, a torso nudo in costume di scena da ballerino. O un giocoso Stefano Accorsi che invece è mostrato condottiero a cavallo di sculture policrome.

E poi archistar del design e raffinati editori come lo scomparso Franco Maria Ricci. Artisti ripresi nei loro atelier. La sequela di foto in cui fanno da protagonista le mani. Su tutti però spicca il ritratto carismatico di Germano Celant, critico e curatore deceduto di recente, che ce lo consegna guru ieratico dell’arte contemporanea.

 

MAXXI, Giovanni Gastel , GERMANO CELANT

 

Per concludere riportiamo la descrizione poetica e precisa che Vittorio Sgarbi ha voluto dedicare a questo maestro indiscusso del ritratto fotografico: 

Occorreva conoscerlo per capirlo, e la sua bella figura astata, con le giacche attillate, il volto magro e allungato, con la barba e il pizzo di un giovane moschettiere, mago della notte con i tratti che ricordano l’ultimo romantico, Arturo Benedetti Michelangeli. Elegante. Gentile.

Pubblicato da Anna Amendolagine

Curatore indipendente, saggista e giornalista vive e lavora tra Roma e Rimini. La sua attività curatoriale inizia a partire dal 2003 e comprende l’ideazione e la realizzazione di mostre, testi e cataloghi d’arte, rassegne ed eventi culturali in collaborazione con Istituzioni pubbliche e private sia in Italia che all’estero. E stata membro della giuria o del Comitato Scientifico di diversi concorsi artistici. Giornalista pubblicista e Addetto ufficio stampa ha scritto numerosi articoli su arte e cultura per riviste cartacee e online. Ha ricoperto il ruolo di Coordinatore Tecnico Europeo per due importanti progetti culturali dell’Unione Europea PETRA e LEONARDO dal 1993 al 1998.