L’opera unica di DovBer Marchette

Proviene dalla costa orientale degli USA l’artista americano DovBer Marchette, antesignano di un’ etica e di un’ estetica ecologica, sintonizzato sulla natura, integrato nell’ambiente e rispettoso della cultura nonché intriso di una profonda spiritualità.

 

Così racconta come è cominciata la sua avventura con l’arte all’ età di 6 anni:

“Ho iniziato con una macchina fotografica a cercare l’arte nella natura, vedendo la bellezza in una pozzanghera o in una foglia”.

 

DovBer Marchette © Courtesy the artist

 

DALL’ IMPRESSIONISMO AL CONCETTUALE

DovBer Marchette è nato negli Stati Uniti e risiede a Boston. Ha da poco superato gli 80 anni e la sua storia biografica va di pari passo con il suo percorso artistico. Si è formato come scultore professionista. La sua carriera come pittore e scultore è frutto di una evoluzione culturale e personale che dura da oltre mezzo secolo.

 

Ha studiato al Massachusetts College of Art e al California College of Art e ha insegnato arte e storia dell’arte all’ Art Institute of Boston per 16 anni. Oltre ad essere stato docente a vari livelli d’istruzione, ha sviluppato metodi particolari per insegnare l’arte a bambini e adulti. Il suo lavoro si è evoluto nel corso del tempo, attraverso gli studi, l’insegnamento dell’arte e la ricerca spirituale.

 

Dall’ impressionismo fino all’arte concettuale, Marchette ha esplorato tutto il movimento modernista degli ultimi 100 anni. Agli inizi quando ancora era studente di disegno, pittura e scultura il suo stile pittorico era puramente realistico. Poi per oltre 40 anni è stato non rappresentativo, con l’inclusione nel suo lavoro di aspetti di tutti i movimenti modernisti.

 

Comincia a sperimentare l’arte concettuale ancor prima di conoscere Sol LeWitt, considerato il padre di questo movimento, il quale con le sue numerose discussioni amichevoli lo aiuta ad articolare meglio il suo approccio unico.

 

From above and from below, 2016
© Courtesy the artist

 

CONCEPT CONTEXT CONTENT

DovBer Marchette, che si definisce un ‘espressionista concettuale’, ha elaborato un suo personale procedimento creativo. Che consiste nel concepire un’idea e poi riprodurla come oggetto bi- o -tridimensionale, utilizzando le “risorse disponibili” di tempo, spazio e materia. L’idea si sposta quindi dal processo della creazione alla presentazione.  L’artista cerca chiarire meglio il suo pensiero:

“Ho trasformato i tre passaggi di idea, processo, presentazione in quelli di ‘concetto, contesto e contenuto. Ho un’idea, poi la concretizzo nel tempo e nello spazio, con i materiali disponibili (contesto), finché non è pronta per la presentazione (contenuto).”

 

E’ soprattutto dalla natura che Marchette ha sempre tratto ispirazione per il suo lavoro. Qualsiasi stimolo visivo  lo colpisca può diventare un’opera d’arte. Può trattarsi di un albero, un cielo stellato ma anche di segni per terra, macchie sulle pareti, venature del legno. Lui poi fissa questi spunti, idee o concetti incorporandoli nei suoi collage, quadri, fotografie, oggetti e sculture.

 

Bellissimo, 2015 © Courtesy the artist

 

RISORSE DISPONIBILI

 Per le sue creazioni scultoree DovBer Marchette si serve di materiali naturali che sono appunto le ‘risorse disponibili’ di cui si parla sopra. Assembla qualsiasi frammento di materiale che trova: legno, carta, metalli, oggetti di uso quotidiano o di recupero, rimasugli vari. Tutto deve contribuire all’efficacia armonica dell’insieme per ricercare la “purezza dell’oggetto” a cui, aggiunge quelli che lui chiama i ‘Moment collected’:

“Le esperienze, sia reali che immaginarie, che si verificano durante la costruzione dell’oggetto e si integrano nel pezzo. Arte e vita non sono separati”.

 

Ecco come l’artista illustra il suo metodo di lavoro:

“….Ho stabilito alcuni vincoli per il mio lavoro […] Comincio ogni singolo pezzo con la creazione di un nuovo contesto, ad esempio con la costruzione di una struttura in legno che poi diventerà l’arena per la libera espressione creativa. Una volta che il contesto è impostato l’oggetto assume la sua forma”.

 

Con la forma dell’oggetto Marchette offre allo spettatore uno stimolo materiale, lasciandolo comunque libero nell’interpretazione e nella fruizione di ciò che vede.

 

On the path, 2015 © Courtesy the artist

 

CINQUE COLORI

Anche i colori che usa sono quelli che si trovano in natura. Dice l’artista:

“Per realizzare le mie opere mi limito ad usarne solo 5. Il marrone della terra, il verde delle foglie, il blu del cielo, il giallo della luce solare e dell’energia e il bianco che abbraccia tutte le cose. Non ho bisogno di altri colori. Non c’ è limite alla creatività che si può generare dalla combinazione di questi pochi colori”.

 

Attraverso i colori, che sono sempre dominanti nei suoi dipinti, DovBer Marchette esprime le sue emozioni. Intensi con ampie campiture o più tenui con giochi di tonalità, i colori diventano simbolo di vitalità e assumono valenze simboliche.

 

Nei dipinti di paesaggi contemporanei le pennellate, dalle cromie piene e brillanti, descrivono appieno gli elementi fondamentali della natura: strade, monti, boschi alberi e per ultimo il cielo di un azzurro carico.

 

A blue portrait, 2015 © Courtesy the artist

 

Nella serie dei ritratti i volti e le figure, vagamente delineati, sembrano fluttuare nel vuoto e appaiono come fantasmi in movimento che pare siano messi lì per gioco o in attesa di qualche avvenimento.

 

Nei suoi lavori astratti o informali il segno, i punti e le linee possiedono la stessa importanza del colore. Le linee affiorano sia come morbidi giochi di pennello, griglie e reticoli, sia come ritmi sinuosi, carichi di movimento. Alcune linee ne richiamano altre in un gioco di equilibri che potrebbe andare avanti all’infinito. Altre ancora assumono forme definite o non definite quasi fossero fantasie, sogni o visioni.

 

We are our prisoners, 2008 © Courtesy the artist

 

OPERA UNICA

 

Gli anni passano e la salute non è più quella di una volta ma, come afferma la moglie Esther Leah:

“DovBer ha una visione insolita. Non ha mai perso il suo senso di meraviglia, di guardare le forme e lo spazio e di comprenderne il potenziale artistico. È unico. Vede la bellezza in ogni cosa.”

 

In definitiva, ogni opera di DovBer Marchette rappresenta una sua personalissima avventura, un modo di esprimersi e di interpretare le emozioni. La sua arte potrà essere definita informale, visionaria, astratta o concettuale ma rimane, soprattutto, unica.

Composition with blue, green, brown, 2015                   © Courtesy the artist

 

Bisogna essere grati, pertanto, ai due infaticabili curatori Gabriella Diddi e Fabrizio Sorbi per aver fatto conoscere in Italia una quarantina circa di opere pittoriche di DovBer Marchette, acrilici o collage su carta 40x60cm. Con queste dal 2017 a oggi sono riusciti a organizzare ben sei mostre personali in Toscana. Rispettivamente a Siena, Montignoso (Ms), Lucca, Pistoia, Pisa e l’ultima – dal 7 al 30 giugno 2021 – che si è appena conclusa a Firenze.

 

Le mostre hanno avuto un grande successo di critica e di pubblico, le sue opere sono piaciute ai grandi, certo, ma soprattutto ai giovani e sono state acquistate da collezionisti di tutte le età.

 

Infine una buona notizia per quanti volessero avere una conoscenza diretta delle sue opere. Segnaliamo che è in programmazione una mostra a Fiesole (FI) dopo l’estate, con date ancora da definirsi.

Pubblicato da Anna Amendolagine

Curatore indipendente, saggista e giornalista vive e lavora tra Roma e Rimini. La sua attività curatoriale inizia a partire dal 2003 e comprende l’ideazione e la realizzazione di mostre, testi e cataloghi d’arte, rassegne ed eventi culturali in collaborazione con Istituzioni pubbliche e private sia in Italia che all’estero. E stata membro della giuria o del Comitato Scientifico di diversi concorsi artistici. Giornalista pubblicista e Addetto ufficio stampa ha scritto numerosi articoli su arte e cultura per riviste cartacee e online. Ha ricoperto il ruolo di Coordinatore Tecnico Europeo per due importanti progetti culturali dell’Unione Europea PETRA e LEONARDO dal 1993 al 1998.