Museo Circulante – Las misiones pedagogicas

Museo Circulante

Nel 2019 , visitando il Guggenheim di Bilbao, ho assistito alla proiezione di un documentario realizzato (nel 1933) da Luis Bunuel sulle popolazioni che vivevano a Las Hurdes “.

Questa è una regione contadina della Spagna, allora poverissima , formata da una serie di villaggi al confine con il Portogallo. Bunuel denuncia l’arretratezza della regione, priva di strade ed elettricità e la preoccupante diffusione di malattie come il gozzo, la malaria e casi di nanismo” (fonte Wikipedia).

Questo cortometraggio , inizialmente privo di sonoro, è focalizzato sull’isolamento, la povertà e la miseria di questa popolazione. Condizione che era lo specchio della Spagna periferica, arretrata, umile e privata ferocemente della possibilità di emancipazione. http://Luis Buñuel – Tierra sin pan (Las Hurdes) – YouTube ).

La sua visione è stata l’occasione per approfondire la conoscenza del Museo Pedagogico Nacional di Madrid.

Questa istituzione iniziò la sua attività nel 1884 e fu fondamentale nel processo di rinnovamento dell’istruzione pubblica del mondo rurale della Spagna durante la Seconda Repubblica.

Il Museo era strettamente collegato all’ Institución Libre de Enseñanza (I.L.E.), quest’ultimo ispirato alla teoria del filosofo tedesco Karl Krause (1781-1832) che poneva alla base dell’istruzione la laicità, la libertà della scienza e soprattutto l’attenzione verso il “discepolo”.

Questi era visto come parte attiva del processo educativo, e non più come soggetto passivo da modellare.

Las Misiones Pedagogicas

Il Museo ebbe nelle cosiddette Misiones Pedagogicas la sua espressione più innovativa e ambiziosa.

Fu un progetto di museo itinerante dove diversi artisti e insegnanti viaggiavano con mezzi di trasporto precari. Questi servivano per portare nei villaggi libri, musica, rappresentazioni teatrali, proiezioni cinematografiche e copie di quadri famosi del Museo del Prado.

Nel 1931 Garcia Lorca (1898 – 1936) realizzò il progetto di un teatro popolare ambulante, chiamato La Barraca, che girando per i villaggi, porta in scena il repertorio classico spagnolo.

Fu il regista e l’animatore di una piccola troupe teatrale: vestito con una semplice tuta azzurra, a significare ogni rifiuto di divismo, porta in giro negli ambienti rurali il suo teatro che riscosse grande successo svolgendo con continuità la sua attività fino all’aprile del 1936, a pochi mesi dallo scoppio della guerra civile.

Il pittore Ramon Gaya (1910 – 2005) collaborò al progetto del Museo Circulante portando l’arte in queste zone periferiche. Il suo contributo fu quello di fare copie di opere tra cui La Infanta Margarita (Velasquez), Jacob (de Ribera) e Los Fusilamientos del tres de Mayo (Goya). Le copie dei quadri (una trentina in tutto, da Velasquez a Zurbaran, da Murillo a Goya, da Ribera a El Greco) erano trasportate su piccoli camion. I “missionari” allestivano gli spazi espositivi, illustravano le opere, rispondevano alle domande degli abitanti. La scenografia prevedeva l’installazione di grammofoni per la musica e piccole sale dove venivano proiettati brevi cortometraggi.

Un brano scritto da Manuel B. Cossio (1857 – 1935, pedagogo della I.L.E.) era letto all’inizio degli eventi:

“…..No tengáis miedo. No venimos a pediros nada. Al contrario: venimos a daros de balde algunas cosas. Somos una escuela ambulante que quiere ir de pueblo en pueblo. Pero una escuela donde no hay libros de matrícula, donde no hay que aprender con lágrimas, donde no se pondrá a nadie de rodillas…..”,

“Non aver paura. Non siamo qui per chiederti qualcosa. Al contrario, siamo qui per darti alcune cose in cambio di niente. Siamo una scuola itinerante che va di villaggio in villaggio. Una scuola dove non ci sono registri con i voti, dove non c’è bisogno di imparare con le lacrime, dove nessuno sarà messo in ginocchio”

Questa esperienza di così forte innovazione nell’ambito dell’istruzione pubblica terminò nel 1936 con l’inizio della Guerra Civile spagnola

Garcia Lorca, convinto sostenitore delle forze repubblicane, fu catturato a Grenada e fucilato da una milizia franchista nell’agosto del 1936

Ramon Gaya si unì all’ Alianza de Intelectuales Antifascistas. Finita la guerra andò esule in Francia e poi in Messico.

L’ Institución Libre de Enseñanza venne sciolta, i suoi beni furono confiscati e i suoi aderenti costretti all’esilio.

fonte: Revista de Educacion Social, n. 17